È stato confermato l'ergastolo per Massimo Bossetti, il carpentiere di Mapello accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio, 13 anni, avvenuto nel novembre 2010.

La sentenza, emessa dalla Corte d'assise d'appello di Brescia dopo oltre 14 ore di camera di consiglio, conferma quanto stabilito dai giudici in primo grado un anno fa.

LA SCOMPARSA - È il 26 novembre 2010 e Yara Gambirasio sta uscendo dalla palestra di Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, dove spesso si allena per le gare di ginnastica artistica.

Eppure, in quelle poche centinaia di metri che la separano da casa sua scompare, senza lasciare traccia.

Tre mesi dopo verrà ritrovato il suo corpo, pieno di ferite, in un campo di Chignolo d'Isola (Bergamo), per caso.

Ad avvistarlo è un appassionato di aeromodelli: il suo aeroplanino è precipitato a meno di un metro dal corpo.

IL DNA - Presto sui vestiti di Yara viene trovata la prova "regina". Un piccolo campione di Dna, catalogato come "Ignoto 1" che sembra appartenere al figlio di Giuseppe Guerinoni, autista di Gorno morto nel 1999.

Un figlio "illegittimo", che si scopre essere nato da una relazione con Ester Arzuffi, sua vicina di casa. La corrispondenza - non totale, ma quasi - con il dna di questo "Ignoto 1", Massimo Bossetti, avviene dopo un finto controllo stradale.

Il carpentiere sarà arrestato nel giugno 2014.

Ester Arzuffi, madre di Massimo Bossetti
Ester Arzuffi, madre di Massimo Bossetti
Ester Arzuffi, madre di Massimo Bossetti

GLI INDIZI - Fin dal primo momento gli avvocati di Bossetti chiedono un'ulteriore prova del Dna, convinti che le analisi siano state contaminate ed eseguite con kit scaduti.

Ma gli indizi che rafforzano le tesi di colpevolezza dell'accusa sono anche altri: tra questi il passaggio ripetuto di un furgone simile a quello di Bossetti nella zona della palestra di Yara. E la localizzazione del suo cellulare, a casa sua - a Mapello - e nell'area dove abitano i Gambirasio.

LE UDIENZE - Il primo luglio 2016 la Corte d'assise di Bergamo condanna Bossetti all'ergastolo, e gli toglie la patria potestà sui tre figli. Il 30 giugno 2017 si apre il processo in appello.

(Redazione Online/D)

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