Dopo la batosta alle ultime comunali - che ha visto roccaforti storiche come Pisa, Massa, Siena e Imola passare al centrodestra o al Movimento 5 Stelle -, il Partito democratico ha fissato la data della prossima assemblea, in programma il 7 luglio a Roma, all'hotel Ergife.

Lo ha annunciato il presidente Matteo Orfini, che ha convocato i mille delegati nazionali.

Al centro del dibattito la questione della segreteria, con la possibile rielezione di Maurizio Martina, e la natura del prossimo congresso (breve, lungo o costituente).

L'ultima debacle elettorale delle amministrative sembra infatti aver fatto saltare l'accordo per spostare quest'ultimo a dopo le europee del 2019 (linea approvata anche dall'ex premier Matteo Renzi) e nel partito si è scatenata la guerra tra le correnti interne.

Da una parte il governatore del Lazio Nicola Zingaretti - che ha incassato la fiducia dell'ala sinistra, con Andrea Orlando e Dario Franceschini in prima linea - ha lanciato il "movimento per l'alternativa", dall'altra l'ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha annunciato il manifesto del Fronte repubblicano, una "grande lista civica nazionale" che superi il Partito democratico.

Se sul futuro del Pd non c'è lo accordo, lo stesso si può dire a proposito del congresso: se Orlando, Emiliano e Cuperlo vorrebbero che l'appuntamento fosse fissato prima delle elezioni europee, l'area renziana vorrebbe aprirlo nel 2019, quando forse le divisioni interne saranno in parte appianate.

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata