A lanciare l'allarme era stato il segretario dello Spi-Cgil Ivan Pedretti. "In commissione lavoro alla Camera è in arrivo un disegno di legge delega che taglierebbe la pensione di reversibilità a molte vedove".

La notizia deflagra in un attimo ed ha l'effetto di una bomba ad altissimo potenziale.

La pensione di reversibilità, cioè quella che spetta agli eredi alla morte del pensionato, è un diritto acquisito, un diritto alla sopravvivenza per milioni di persone.

Il governo, non ufficialmente, smentisce. "Se ci saranno interventi di razionalizzazione saranno solo per evitare sprechi e duplicazioni, non per far cassa in una guerra tra poveri. La delega del governo dà non toglie", dichiarano fonti (per ora anonime) di Palazzo Chigi .

IL MECCANISMO - In attesa di chiarimenti ufficiali, proviamo a capire qual è il meccanismo che metterebbe a rischio la pensione per molte vedove.

Secondo il ddl le reversibilità saranno da ora in poi considerate prestazioni assistenziali e non più previdenziali. Significa che l’accesso alla pensione di reversibilità sarà legato all’Isee e quindi al reddito familiare non più a quello individuale. Se una vedova vive ancora con il figlio o con un compagno e questi percepiscono un piccolo reddito, ad esempio, rischia di perdere il diritto alla reversibilità.

LE POLEMICHE - "Per noi questo non è accettabile", ha tuonato Cesare Damiano, presidente (del Pd) della commissione lavoro della Camera. "La previdenza non può essere considerata la mucca da mungere in ogni stagione per risanare i conti dello Stato. La prima cosa da discutere è la flessibilità: i lavoratori più anziani devono poter andare in pensione in modo anticipato per lasciare il posto di lavoro ai giovani", conclude Damiano.

"Il governo pensa di tagliare le pensioni di reversibilità? Un governo che fa cassa sui morti mi fa schifo", scrive su Twitter il segretario della Lega Matteo Salvini.

IL GOVERNO - Fonti di governo sulle polemiche sulle pensioni sottolineano come nella delega dell'esecutivo "ci sia una clausola esplicita secondo la quale qualsiasi intervento di razionalizzazione (per evitare duplicazioni con la nuova misura unica anti povertà) varrà solo sulle prestazioni future e non su quelle in essere". In altri termini, è destituita di ogni fondamento l'ipotesi che il governo intenda "fare cassa"; ipotesi tecnicamente impossibile. La delega del governo dà e non toglie, stanziando per la prima volta 1mld strutturale su una misura unica di lotta alla povertà e predisponendosi a convogliare risorse europee su quello stesso strumento e sulla rete di servizi per la presa in carico offerti da comuni e terzo settore.
© Riproduzione riservata