"Senza interventi sulle procedure e sulla macchina burocratica regionale è facile immaginare quali saranno i risultati in termini di percentuali di spesa dei fondi e di ricaduta degli interventi". Il grido d'allarme è stato lanciato dal presidente dell'Anci Sardegna, Piersandro Scano, che nel corso dell'audizione in commissione Bilancio ha definito il programma regionale di sviluppo (Prs) "un buon documento per i tempi 'ordinarì ma non per chi è immerso in una profonda crisi economica e sociale che investe l'Europa, l'Italia e la Sardegna".

Scano ha quindi citato, in negativo, l'esempio della misura nazionale "strategia per le aree interne" ("non si deve dare enfasi all'iniziativa perché non si può pensare di affrontare il problema delle zone interne con un'area pilota e con dotazioni finanziarie assai modeste") e quello del bando per il "Progetto di filiera sviluppo locale", le cui domande di partecipazione scadevano lo scorso 10 ottobre ("chi ha scritto quel bando che prevedeva capannoni per mezzi agricole in zone industriali dovrebbe essere destinato a compiti meno impegnativi").

Il presidente dell'Anci ha quindi rilanciato il "modello nazionale" che si realizza nella "conferenza permanente Stato-Regioni" e ha proposto la riforma della conferenza "Regione-Enti Locali" per "imperniare su di essa il nuovo rapporto tra Regione e Comuni".
© Riproduzione riservata