Papa Francesco ospite d'onore, oggi, al Parlamento europeo di Strasburgo. Ecco i punti salienti del suo discorso.

DIGNITA' AL LAVORO - Papa Francesco ha innanzitutto ricordato "i numerosi poveri che vivono in Europa". "Quanti ce ne sono nelle nostre strade! - ha esclamato - Essi chiedono non solo il pane per sostenersi, che è il più elementare dei diritti, ma anche di riscoprire il valore della propria vita, che la povertà tende a far dimenticare, e di ritrovare la dignità conferita dal lavoro".

LA SOLITUDINE - "Una delle malattie - ha detto poi il pontefice - che vedo più diffuse oggi in Europa è la solitudine propria di chi è privo di legami. La si vede particolarmente negli anziani, spesso abbandonati al loro destino, come pure nei giovani privi di punti di riferimento e di opportunità per il futuro; la si vede nei numerosi poveri che popolano le nostre città; la si vede negli occhi smarriti dei migranti che sono venuti qui in cerca di un futuro migliore".

CITTADINI SFIDUCIATI - "Nel corso degli ultimi anni - ha aggiunto ancora il Santo Padre - accanto al processo di allargamento dell'Unione Europea, è andata crescendo la sfiducia da parte dei cittadini nei confronti di istituzioni ritenute distanti, impegnate a stabilire regole percepite come lontane dalla sensibilità dei singoli popoli, se non addirittura dannose. Da più parti si ricava un'impressione generale di stanchezza e d'invecchiamento, di un'Europa nonna e non più fertile e vivace".

"UNA GIORNATACCIA" - "Vi ringrazio, ringrazio questa compagnia: spero oggi non sia troppo faticoso. Poco tempo, tante cose". Così papa Francesco si è poi rivolto ai giornalisti al seguito, salutando durante il volo per Strasburgo. Il Papa, che nel volo di ritorno ha risposto alle domande dei cronisti, ha aggiunto una battuta: "Vi auguro una bella giornata, anche se sarà una giornataccia".

ISIS - Proprio sul volo di ritorno, Bergoglio ha parlato con i reporter dei più svariati argomenti. Tra questi la situazione in Iraq e Siria. Un cronista gli ha domandato se è possibile instaurare un dialogo tra terroristi dell'Isis e Vaticano. "Io non do mai per persa una cosa", ha replicato il pontefice. "Non so se si può dialogare con lo Stato Islamico, ma io non chiudo mai una porta. La mia porta è sempre aperta". "Il terrorismo è una realtà e anche una minaccia - ha sottolineato Bergoglio - ma anche la schiavitù è una realtà inserita nel mondo di oggi: il lavoro schiavo, la tratta, il commercio dei bambini. E' un dramma, non chiudiamo gli occhi". Il Papa è tornato anche sulle sue affermazioni, secondo le quali bisogna "fermare l'aggressore". "Questo è giusto con il consenso internazionale", ha osservato. "Nessun Paese ha il diritto da solo di fermare un aggressore".

IL SALUTO DELL'UE - "E' venuto dalla fine del mondo, dall'altra parte del mondo, qui da noi per riformare la Chiesa, un esempio che può aiutare l'Europa a riformarsi e a rinnovarsi". Lo ha detto il Presidente del Parlamento europeo, il socialista Martin Schulz nel suo breve saluto al Papa. "Le sue parole - ha proseguito - sono valide per tutti noi, toccano valori universali, offrono orientamento in un'epoca di disorientamento. Insieme siamo più forti". Bergoglio, al termine del discorso, ha incontrato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, quello della Commissione Jean-Claude Juncker e quello di turno del Consiglio dell'Ue, il premier italiano Matteo Renzi.
© Riproduzione riservata