L'esecuzione era stata fissata per questa mattina: Reyhaneh Jabbari deve essere uccisa per impiccagione. La sua colpa? Aver ammazzato un uomo per difendersi da uno stupro. La donna, 26 anni, è stata trasferita al carcere di Rajaishahr, venti chilometri da Teheran, per l'esecuzione, ma è stata riportata alla prigione Gharchak di Varamin.

Il suo caso viene seguito da "Ihr", un'organizzazione per la difesa dei diritti umanitari in Iran, dopo l'allarme lanciato dalla madre su Facebook, ma la richiesta di una mobilitazione internazionale per salvarla è arrivata anche dall'Italia.

Reyhaneh è stata arrestata nel 2007 dopo aver ucciso a colpi di coltello un dipendente del ministero dei Servizi segreti dell'Iran, Morteza Abdolali Sarbandi, che avrebbe tentato di stuprarla. Due anni dopo è stata pronunciata la condanna a morte, con l'applicazione del "gesas", la legge del taglione, e la Corte Suprema ha confermato la sentenza. Inizialmente l'esecuzione era stata fissata per marzo, poi rinviata ad aprile, infine si è arrivati a oggi, e da oggi al 10 ottobre. Molti artisti iraniani si erano mobilitati per raccogliere fondi al fine di pagare alla famiglia della vittima il cosiddetto "prezzo del sangue", che avrebbe consentito di salvare la vita alla giovane, ma i parenti hanno rifiutato.
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