"Per favore non fate a pezzi questa famiglia di nazioni". E' questo l'ultimo appello lanciato dal premier britannico David Cameron per evitare la secessione della Scozia dal Regno Unito. Un accorato invito che arriva a poca distanza da quello della Regina Elisabetta in persona, che domenica scorsa aveva detto: "Spero che la gente scozzese penserà bene al proprio futuro". Un futuro che sarà sancito il prossimo 18 settembre, quando quasi 5 milioni di scozzesi dai 16 anni in su saranno chiamati a decidere se diventare o meno indipendenti da Londra.

E i sondaggi sono in bilico o addirittura dicono che l'addio allo United Kingdom potrebbe diventare presto realtà. Che andrà così è fortemente convinto il leader dei secessionisti, Alex Salmond. "La Scozia ha davanti a sé un'opportunità storica e non se la farà sfuggire", ha dichiarato il primo ministro scozzese e leader degli indipendentisti. Lo stesso Salmond, poi, esclude rischi per l'economia della Scozia in caso di indipendenza: "Abbiamo un Pil pro capite più alto di Francia, Giappone e Gran Bretagna". Per Salmond, inoltre, non è pensabile nemmeno un'esclusione da parte dell'Ue, visto che la Scozia "ha il 60 per cento delle riserve di petrolio e di gas d'Europa. Dubito che la Ue vorrebbe fare a meno di noi". Intanto, molte celebrità sono corse in aiuto di Londra, schierandosi contro il fronte secessionista. Come la scrittrice JK Rowling, "mamma" di Harry Potter, che per sostenere la campagna elettorale per il no al referndum ha staccato un assegno da un milione di sterline. E come la stella del football David Beckham, che ha dichiarato pubblicamente che secondo lui "ciò che unisce Inghilterra e Scozia è più grande di ciò che le divide". Un assist a Cameron è arrivato anche dagli Stati Uniti. "Gli Usa hanno un profondo interesse nel vedere il Regno Unito forte e unito", ha detto il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest.
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