Nell'istituto di Uta il numero degli agenti è insufficiente per coprire tutti i posti di servizio in spazi enormemente maggiori rispetto a Buoncammino, che per quasi 120 anni è stato il carcere più temuto. Le cucine sono andate in tilt (il primo giorno i detenuti hanno pranzato con pane e prosciutto) mentre il sistema automatico per la chiusura delle porte delle celle e delle varie sezioni si è bloccato per guasti al sistema elettronico. I disagi per i detenuti non si contano: visite dei familiari congelate fino a domani, ritardi continui per l'ora d'aria, corrispondenza che non arriva.

I momenti di tensione, secondo quanto riferiscono fonti interne al nuovo carcere di Uta, sarebbero frequenti.

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