Sono presenti in circa l'80% della Sardegna, con 89 sedi, 144 operatori, 695mila contatti avuti lo scorso anno e ben 249.625 domande presentate agli enti previdenziali Inps, Inail, Asl e Ministeri nel corso del 2013. Sono alcuni dei dati del lavoro svolto dai patronati il cui personale è ora a rischio: 30-35% potrebbe perdere il posto di lavoro a causa del taglio ai fondi previsto dal governo nella Legge di stabilità. A denunciarlo sono i direttori e i rappresentanti dei patronati, Pietro Catalano (Inas-Cisl), Luigi Pilastri (Inca-Cgil), Regina Masala (Acli) e Giovanna Deidda (Ital-Uil). "Il governo ha previsto un taglio di 150 milioni di euro dal fondo (430 milioni) destinato ai patronati - ha evidenziato il direttore dell'Inas-Cisl Catalano - inoltre è stata decisa anche una riduzione del prelievo ai lavoratori che porterà a una contrazione di altri 150 milioni di euro, e questo mette a rischio il futuro dei patronati, con il taglio del numero degli operatori e in parte delle sedi, con la conseguenza che verrà decurtata la tutela per i cittadini".

I patronati, infatti, è stato spiegato, offrono servizi gratuiti a tutte le fasce di cittadini per la tutela su oltre cento prestazioni sociali, previdenziali, socio assistenziali e infortunistiche, si occupano di seguirli tra i vari iter burocratici agevolandoli anche nella compilazione e presentazione delle domane ai vari enti. Per chiedere che la norma venga abrogata o modificata domani i rappresentanti dei patronati saranno in varie piazze italiane per una raccolta di firme e per sensibilizzare l'opinione pubblica: a Cagliari in piazza Giovanni XXIII, al parco Marchionni di Villacidro, in piazza Italia a Sassari, in piazza San Giovanni a Nuoro, ma anche a Oristano, Olbia e Tortolì.
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