Non sa perché sarebbe finito nel mirino della banda guidata da Graziano Mesina - imputato oggi non presente in aula - Gavino Satta, imprenditore cinquantaduenne di Uri (Sassari) e consigliere di amministrazione della Coopservice, un'istituto di vigilanza da 17mila dipendenti, comparso questa mattina come testimone davanti ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Cagliari, dove si sta celebrando il dibattimento all'ex primula rossa del banditismo sardo e ad alcuni dei suoi presunti complici (il resto della banda, compresi alcuni nipoti, sono in abbreviato). L'imprenditore ha raccontato di aver saputo di essere finito nel mirino dei presunti malviventi solo dopo il sequestro di una serie di documenti che sembravano far pensare ad un'attività di pedinamento. Le cartine sono state trovate nella casa di Mesina, ad Orgosolo (Nuoro), il giorno in cui i carabinieri gli strinsero le manette ai polsi. Non è chiaro se Satta dovesse essere rapito o se si stesse organizzando qualche altra azione nei suoi confronti. Il processo è poi proseguito con l'esame del colonnello del Gico della Finanza che ha eseguito gli accertamenti patrimoniali su Gigino Milia, 66 anni di Fluminimaggiore, anch'egli arrestato nel maxi blitz dei Carabinieri il 10 giugno 2013 che ha portato in carcere 25 persone accusate di traffico di droga e vari altri reati. L'avvocato Roberto Delogu, difensore di Milia, ha contestato gli accertamenti, verificando che c'era un errore nei conteggi complessivi, ma per l'accusa - in aula col procuratore aggiunto Gilberto Ganassi - si tratta solo di un errore materiale che non spiega comunque la sproporzione del patrimonio posseduto dall'imputato rispetto ai redditi indicati. Oltre a Mesina, ci sono imputati anche l'avvocato Corrado Altea, Franco Pinna, Efisio Mura, Enrico Fois - conosciuto come Vinicio - e Luigi Atzori. In un altro processo, davanti proprio al Gup Ornano e in abbreviato, sono imputati la moglie di Gigino Milia, Annarella Lampis, i due nipoti di Grazianeddu, Raimondo Crissantu e Giuseppe Mesina, gli orgolesi Giovanni Antonio Musina, Salvatore Devias, Franco Devias, Giovanni Filindeu, Vincenzo Sini, Francesco Piras di Norbello, Antonio Mascia di Villanovafranca, Guido Brignone e Daniele Brignone di Cagliari, Vittorio Denanni di Chiaramonti, Raffaele Pinna di Nurri, Alessandro Farina di Olbia, Luca Buluggiu e Giovanni Sanna di Ozieri e i calabresi Domenico Scordo e Giovanni Motabito.
© Riproduzione riservata