Il sipario si alza. Fari puntati su Sant’Elia, Molentargius e forse il Poetto. Cagliari accoglie i suoi ospiti: tre commissari in visita per una sola giornata, nominati per verificare quanto Cagliari sia idonea e pronta per essere insignita del titolo di “Capitale europea della Cultura”.

Il ritorno - non solo in termini di immagine, quanto in vantaggi socio-culturali ed economici - dovrebbe essere assicurato sia per Cagliari sia per i Comuni dell’area vasta e per gli altri interessati dal progetto (come quelli del Sulcis) e fior di quattrini sono stati spesi dalle città in corsa.

CAGLIARI, LE TAPPE - Dal 1985 una città dell'Unione europea diventa capitale della cultura per un anno e in vista del 2019 sono sei le città italiane in corsa: Cagliari, Matera (che per molti è la favorita), Lecce, Siena, Perugia e Ravenna. La vittoria di una delle sei è appesa a due date: venerdì 3 ottobre, con la visita dei tre commissari, e mercoledì 15 ottobre, quando a Roma, al Ministero delle Attività e dei beni culturali, si terrà l’audizione di uno dei rappresentanti dell’Amministrazione Comunale. Qui una commissione valutatrice “peserà” il progetto. Il 17 ottobre, la risposta.

ARRIVA LO “STRANIERO” - Cagliari è pronta al rush finale. La visita, quella “ufficiale” dei delegati della Commissione Europea comincerà attorno alle 10 e si concluderà per le 18. Il sindaco e i principali referenti del progetto porteranno i Commissari in quelli che sono i punti caldi della città. La filosofia del progetto è racchiusa in un obiettivo che è poi filo conduttore della candidatura di Cagliari a capitale della cultura: il margine che viene posto al centro, il superamento delle linee di confine – siano esse socio-culturali, temporali o spaziali. E così, i commissari visiteranno il quartiere di Sant’Elia e il suo Colle, poi Molentargius , sito post industriale individuato come potenziale punto da rivisitare in chiave culturale e moderna. La visita dovrebbe far tappa anche al Poetto, perché si sappia che è la spiaggia urbana più lunga d’Europa e che il nuovo Lungomare è al centro di un progetto di riqualificazione da parte del Comune.

CRITERI DI SELEZIONE – Per lanciare la sua candidatura, Cagliari ha ripreso l’immagine del tessuto, i cui fili sono metafora di una “Città che tesse e disegna nuovi scenari”. Chi ha curato il dossier ha disegnato virtualmente un percorso di trasformazione urbana che mira a ricucire i diversi quartieri della città attraverso il recupero di luoghi oggi abbandonati che sono in corso di riqualificazione.

Per vincere, Cagliari dovrà infatti dimostrare di essere a misura di cittadino europeo, di saper fondere passato e futuro, artigianato e tecnologia, cultura scientifica e sapere umanistico perché i criteri di selezione rientrano nelle due categorie “Dimensione europea” e “Città e cittadini”. E non a caso, dopo la visita ufficiale con le Autorità locali, i commissari gireranno la città da soli, a piedi, sui mezzi pubblici (trasporti e mobilità sono ben rappresentati nel progetto). Cercheranno di capire (si dice che lo faranno anche fermando le persone per strada) quando il progetto sia riuscito a coinvolgere la gente. Era infatti necessario che il programma proposto dalla città candidata promuovesse sì la cooperazione tra operatori culturali e artisti, ma anche che puntasse sulla partecipazione e l’interesse degli abitanti della città.

L’auspicio è che il messaggio "Cagliari capitale della Cultura 2019" sia arrivato davvero a tutti, non solo ai cagliaritani ma anche agli abitanti degli altri comuni coinvolti nel progetto.

Emanuela Zoncu (e.zoncu@unionesarda.it)
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