E' positivo il bilancio tracciato dalla Guardia costiera di Cagliari sull'esercitazione "Squalo 2014" che ieri ha visto impegnati oltre 400 uomini, sei mezzi aerei e 18 mezzi navali, nella simulazione di salvataggio dei passeggeri di un Boeing 737 con 106 persone a bordo precipitato al largo di Capo Pula.

Questa mattina gli uomini della Capitaneria di porto di Cagliari, insieme a tutte le forze che hanno partecipato all' esercitazione, hanno tracciato un bilancio dell'attività svolta. Come evidenziato dal comandate della Capitaneria Vincenzo di Marco e dal capo reparto operativo Giuliano Martinez, "non sono state segnalate particolari criticità. La nostra preoccupazione era l'impiego dei mezzi stranieri. Ma non ci sono stati problemi. La collaborazione con loro è stata ottima, grazie anche ai coordinatori delle attività navali ed aeree che per tutto il tempo hanno lavorato in sinergia. Come ottimo è stato il lavoro con le altre forze coinvolte". Alla simulazione hanno partecipato i vigili del fuoco, la Guardia di finanza, i carabinieri, la polizia di Stato, la protezione civile, il personale del 118 e l'Aeronautica militare. "Parlavamo la stessa lingua operativa - ha sottolineato il comandante Di Marco - abbiamo creato dei presupposti imprevedibili per testare l'intervento dei mezzi, anche stranieri, in acque che non conoscono". Nel corso del debrieging di questa mattina gli osservatori stranieri - erano presenti in sala operativa durante l'esercitazione uomini dell' amministrazione marittima slovena, della Guardia costiera argentina, dell'Aeronautica francese, spagnola e del Marocco - hanno evidenziato la necessità di più esercitazioni come la "Squalo 2014" in diverse località per poter lavorare sempre in zone familiari.

Fondamentale per la simulazione di ieri, ma in generale per tutti le attività di soccorso che interessano non solo mezzi militari ma anche civili, il manuale internazionale di ricerca e soccorso aero-marittimo (Iamsar) applicato da tutti durante gli interventi. Decisiva, comunque, rimane l'esperienza sul campo. "Per chi fa ricerca e soccorso ogni evento ha una propria storia - ha ricordato Martinez - non esiste legge e procedura che ci garantisca la buona riuscita dell'intervento. Ogni giorno ci imbarchiamo in situazioni differenti, la professionalità delle persone e l'esperienza ci danno la garanzia di poter salvare la gente". L'esercitazione "Squalo 2014" nasce da un'intesa tra Italia, Francia e Spagna per gli interventi nel Mediterraneo occidentale, ma già altri Paesi hanno chiesto di poter aderire. Croazia e Slovenia, inoltre - presenti a Cagliari con gli osservatori - stanno cercando di prendere accordi per allargare l'intesa internazionale anche sull'Adriatico.
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