E' lo scenario simulato oggi per l'esercitazione "Squalo 2014", organizzata dalla Capitaneria di porto di Cagliari su delega del Comando generale. Un test internazionale ha visto impegnati per tutta la mattina oltre 400 uomini, tra figuranti e personale impegnato nei soccorsi, sei velivoli (due aerei e un elicottero francese, un aereo spagnolo, un elicottero della Guardia costiera e uno dell'Ami) e 20 mezzi navali di Capitaneria di porto, Guardia di finanza, Carabinieri, Vigili del fuoco e Polizia. L'emergenza è scattata alle 8:55 quando alla torre di controllo di Elmas è arrivata la segnalazione di una avaria al motore dell'aereo mentre si trova a 30 miglia da Capo Carbonara. Cinque minuti dopo una nuova segnalazione: anche il secondo motore spento. Poi radar e radio muti. Scatta il piano di emergenza simulata. Nella Centrale operativa della Capitaneria di porto viene allestita l'unità di crisi. Arrivano i responsabili della Protezione civile, della Prefettura, del 118, di Vigili di fuoco e Aeronautica. Iniziano le operazioni di ricerca e soccorso. Si alzano in volo i mezzi aerei alla ricerca dei resti del velivolo. Alle 10:40 giunge anche la chiamata di una passeggera: "Siamo in mare, vicino a un troncone galleggiante dell'aereo, a circa cinque miglia da Capo Pula, ci sono morti e feriti". Le motovedette e i mezzi aerei vengono dirottati nella zona. Un elicottero francese avvista il relitto confermando la pozione. Intanto nel porto di Cagliari arrivano le ambulanze e viene allestito un presidio medico per accogliere i feriti. Gli elicotteri della Guardia costiera e dell'Ami di Decimomannu recuperano quattro naufraghi - impersonati dai sommozzatori della Capitaneria - e li trasferiscono in due ospedali, Marino e Brotzu, mentre altri naufraghi vengono soccorsi dalle motovedette. Scongiurato anche un possibile inquinamento: previsto, infatti, nell'esercitazione il trasporto nell'aereo di un radiofarmaco. Il bilancio della simulazione è stato comunque pesante: 23 morti, 82 naufraghi soccorsi, molti dei quali feriti. L'esercitazione si è conclusa alle 13:30 quando le motovedette e i mezzi aerei hanno fatto rientro. La macchina dei soccorsi ha funzionato anche alle 11 quando, per rendere ancora più complicata l'attività di coordinamento, è stato simulato un black-out della sala operativa e il controllo è stato trasferito per pochi minuti alla Capitaneria di porto di Oristano. Tutte le operazioni sono state seguite dai vari osservatori presenti: dall'Amministrazione marittima slovena, Guardia costiera argentina, Aeronautica francese e spagnola, della Croazia e del Marocco.
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