Quella di un gruppo di imprenditori, soci della compagnia che negli scorsi giorni ha lasciato a terra migliaia di turisti, che si discosta da quanto accaduto e ammette che "con amarezza ed enorme disagio dobbiamo, purtroppo, constatare che l'iniziativa nata con esclusivo spirito mutualistico si è trasformata in una drammatica e scandalosa vicenda che ha colpito e colpisce gli utenti e l'immagine della nostra Isola", come scrivono in una nota gli imprenditori (alcuni facevano parte del Cda della società, dimissionario in aprile). "In questa fase la prudenza è d'obbligo; al momento c'è molta confusione e noi siamo in possesso di notizie frammentarie che descrivono il caos nel quale stanno le cose, ma si delineano già delle responsabilità da accertare, sia in capo all'amministratore unico che in capo all'armatore", spiega l'avvocato Salvatore Deiana, che rappresenta il gruppo di soci contrari alle gestione di Scano. "Alla luce di quanto accaduto - si legge nella nota - ci rivolgeremo alla magistratura per dare concreto sostegno a difesa di chi, come noi, ha creduto in una alternativa privata, quale soluzione del problema legato al monopolio dei trasporti da e per la Sardegna". I soci, che dicono di aver "subito l'arroganza egocentrica di chi ha cercato di trarre vantaggio mediatico da questa iniziativa, e anche vantaggi di natura finanziaria", accusano l'amministratore unico di GoinSardinia di aver assunto, durante la sua gestione, "scelte opinabili", ma puntano il dito anche contro l'armatore verso il quale "sussistono responsabilità che emergeranno grazie all'intervento della magistratura".
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