Questa mattina sono arrivati da tutta l'isola, da Cossoine a Vallermosa, passando per Guspini e Villanovaforru, davanti al palazzo della Regione di viale Trento con una lettera al presidente Francesco Pigliaru per chiedere innanzitutto lo stop immediato delle procedure di autorizzazione per tutti i nuovi progetti di impianti di produzione di energia da combustione. Con la revoca delle incentivazioni per quelli già operativi, dei progetti per la produzione di rinnovabili che vadano oltre l'autoconsumo e degli impianti di incenerimento. Altre richieste: alt immediato al nuovo Piano energetico ambientale della Giunta Cappellacci e una mano d'aiuto dalla Regione per gli aspetti critici del decreto "Destinazione Italia". I manifestanti chiedevano di incontrare il governatore, impegnato però a Roma. Il sit-in è partito alle 10: muretti e pareti davanti alla Regione sono stati invasi da decine di pannelli e striscioni. Anche contro la "chimica verde", una delle possibili strade da percorrere indicate dal governo per rilanciare l'industria nell'isola. "La Sardegna - si legge in un volantino - è la Regione più inquinata d'Italia con 445 mila ettari di siti altamente contaminati e da bonificare urgentemente". In particolare, i 43 comitati chiedono di bloccare le multinazionali dell'energia per rilanciare e dare spazio al patrimonio agropastorale, paesaggistico e identitario.
© Riproduzione riservata