Francesco Silanos, 38enne algherese, era imputato per spaccio, calunnia e peculato in seguito alle indagini su tre blitz antidroga, poi risultati fasulli. Dalle indagini è emerso che era stato lui a organizzare l'operazione con l'aiuto di un pentito, che collocava la droga. La sentenza emessa dal collegio presieduto da Plinia Azzena è più severa della richiesta avanzata lo scorso ottobre dal pubblico ministero Gianni Caria, che aveva chiesto una condanna a 16 anni di reclusione e il pagamento di 90 mila euro di multa. Un ex informatore dell'appuntato, Francesco Marongiu, nel 2008 aveva raccontato tutto ai magistrati, avviando l'indagine che aveva portato all'arresto dell'appuntato. Nel processo è stato condannato un maresciallo dei carabinieri, Leonardo Riu: il tribunale gli ha inflitto due anni di reclusione per l'accusa di falsità ideologica per aver controfirmato false relazioni di servizio. A causa del piano orchestrato da Silanos erano finite in carcere sette persone innocenti in seguito a tre operazioni antidroga, effettuate tra il 2007 e il 2008. Per loro, poi costituitisi parte civile, i giudici hanno stabilito il risarcimento tramite provvisionale a carico del Ministero della Difesa.
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