Sposarsi in chiesa è sempre di meno una scelta consapevole, legata alla indissolubilità del vincolo, sempre di più una convenienza, una tradizione, legata ad aspetti coreografici e di contorno.

Il Tribunale Ecclesiastico Regionale della Sardegna, nel corso del 2013, ha emesso oltre 100 sentenze di nullità dei matrimoni celebrati in chiesa.

È l'aspetto più eclatante della relazione sull'attività dell'organismo giudiziario di primo grado della Chiesa sarda: accolto l'80% delle richieste, presentate da uno dei coniugi, di dichiarare non valide le nozze.

Perché il matrimonio sia dichiarato nullo, e quindi liberi i coniugi dal vincolo dell'indissolubilità, è necessario che in modo uguale decida un secondo tribunale d'appello, che per la Sardegna normalmente è quello del Vicariato di Roma.

Nell'eventualità di due sentenze discordanti, ogni decisione è lasciata alla "Rota Romana". Proprio ai giudici di questo organismo il 24 gennaio scorso Papa Francesco ha detto: "Siete essenzialmente pastori. Mentre svolgete il lavoro giudiziario, non dimenticate che siete pastori! Dietro ogni pratica, ogni posizione, ogni causa, ci sono persone che attendono giustizia".
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