Walter Domizzi veniva chiamato “Gattino”, Salvatore Melis “Cortoghiana”. Tanti i soprannomi tra le persone coinvolte nell’operazione dei carabinieri del comando provinciale di Cagliari e della compagnia di Carbonia che ha portato all'esecuzione di 45 ordinanze di custodia cautelare. Dalle pagine dell’ordinanza saltano fuori i nomignoli usati, anche nelle intercettazioni, per annebbiare eventuali indagini. Domizzi, uno dei presunti boss della banda laziale, era conosciuto con il nome di “Gattino” mentre un altro romano, Augusto Mascitti, si faceva chiamare “Claudio”. Aldo Tomassetti era per tutti “Ardarello”.

Tra i sardi Salvatore Melis, residente a Carloforte, era soprannominato “Cortoghiana”, lui nato a Capoterra. A Gonnesa invece Federico Desogus era conosciuto come “Pisellino” mentre Gian Paolo Marongiu veniva indicato come “Capellone”. Anche uno dei quattro uomini “colpiti” dall’obbligo di firma aveva un soprannome: Davide Atzeni, residente a Domusnovas, era noto come “Spillo”.
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