La Corte d'appello di Perugia ha stabilito che Pietro Paolo Melis, condannato a 30 anni di reclusione per il sequestro di Vanna Licheri, l'imprenditrice agricola di Abbasanta, avvenuto nel 1995, deve essere nuovamente processato. I giudici hanno, infatti, accolto questa mattina un'istanza dei difensori, gli avvocati Alessandro Ricci e Maria Antonietta Salis, i quali, con una consulenza di parte, mettono in discussione una perizia fonica che all'epoca riconobbe la voce dell'imputato in un'intercettazione ambientale registrata in un'auto. I legali, mediante l'utilizzo dei software Idem e Start-tre, sono giunti a conclusioni diverse. "Abbiamo deciso di svolgere questa consulenza con software più sofisticati e all'avanguardia in uso alle forze di polizia - ha spiegato all'ANSA l'avvocato Ricci - poiché siamo convinti dell'innocenza di Melis per i fatti che gli vengono contestati. Chiaramente gli strumenti tecnologici attuali sono più attendibili rispetto a quelli di 15 anni fa". Nel 2013 la Corte d'appello di Roma, competente a revisionare le sentenze pronunciate in Sardegna, aveva dichiarato inammissibile l'istanza della difesa, ma la Cassazione ha annullato l'ordinanza trasmettendo gli atti alla Corte d'appello di Perugia. Il collegio, presieduto da Giancarlo Massei, oggi ha accolto l'istanza e nominato due periti che il 14 aprile riceveranno l'incarico di trascrivere anche quelle intercettazioni. In udienza era presente l'imputato, attualmente detenuto nel carcere di Orvieto.
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