I motivi dello sciopero sono da far risalire alla mancata capitalizzazione prevista fin dal 2002.

Nei 360 impianti di depurazione e nei 49 potabilizzatori - ha fatto sapere Abbanoa - oltre che per l’esercizio dei 13mila chilometri di rete e dei 1.800 impianti di sollevamento in tutta l’Isola, sono applicati turni di servizio come nei giorni festivi. Non sono previste, quindi, interruzioni nell’erogazione idrica.

ALLARME DEI SINDACATI - I sindacati chiedono pazienza ai cittadini ed altri utenti sugli eventuali disagi che si dovessero registrare oggi, ma tuonano contro le istituzioni. "Devono intervenire per evitare il fallimento di una società che porta l'acqua nelle case dei sardi e dei turisti", sostengono all'unisono.

IL SENSO DI RESPONSABILITA' - "Se non si riuscirà a mettere mano al disavanzo del gestore è chiaro che si potrà andare solo verso il fallimento - spiega Marco Nappi, segretario della Femca Cisl - questa è una società che fattura 18 milioni di euro al mese, mentre il suo fabbisogno mensile è di 20 milioni. Le istituzioni, che sono soci di questa società in house che non può fallire, devono dirci cosa vogliono fare".

Secondo il segretario della Filctem, Giacomo Migheli, "è urgente destinare il prestito ponte da 40 milioni di euro ad Abbanoa, altrimenti si rischia il fallimento. Il debito iscritto a bilancio è di 513 milioni di euro, mentre la capitalizzazione dovrà essere di 114 milioni". "Speriamo che questa manifestazione serva a smuovere le coscienze dalla Regione - sollecita il segretario della Uilcem Mario Crò - la politica deve fare la propria parte. Non vogliamo creare problemi ai cittadini, ma la situazione è delicata".
© Riproduzione riservata