I detenuti protestano contro le condizioni dell'istituto, in particolare il sovraffollamento, e la condizione generale di estrema sofferenza vissuta dai reclusi.

Lo sciopero del 'carrello' - i carcerati potranno, infatti, avere il cibo dai loro familiari in occasione dei colloqui giornalieri o settimanali - coincide con la manifestazione nazionale in programma nel pomeriggio a Parma contro il regime carcerario previsto dall'articolo 41 bis per le situazioni considerate ad alto rischio.

"Vogliamo far sapere a tutto il mondo esterno - scrivono i detenuti di Buoncammino in una lettera indirizzata, tra gli altri, al presidente della Repubblica, al ministro della Giustizia, al provveditorato regionale e al sindaco di Cagliari - la realtà della tortura istituzionale dell'apparato della giustizia che tutti i carcerati stanno subendo".

Poi un lungo elenco dei tanti problemi specifici di Buoncammino: "sovraffollamento, malattie derivanti dalla detenzione, atti di autolesionismo e gli omicidi di Stato (suicidi) conseguenza dell'oppressione penitenziaria". "Ci tengono chiusi 21 ore al giorno senza far niente - si legge ancora nella lettera-denuncia - con carenze igienico sanitarie mentre la struttura cade a pezzi, come accaduto qualche giorno fa con il crollo di un pezzo di ballatoio al secondo piano del carcere".
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