Nicole Minetti di nuovo in aula, a Milano, per il processo d'appello Ruby "bis", che la vede imputata assieme a Emilio Fede e Lele Mora per i presunti festini a luci rosse nella residenza di Silvio Berlusconi. Giacca e pantaloni neri, l'ex consigliera regionale lombarda ha salutato e sorriso ai cronisti, anche se ha spiegato di essere "un po' tesa" e di non voler rilasciare dichiarazioni. Prima della sentenza (in primo grado Mora e Fede sono stati condannati a 7 anni di carcere, la Minetti a 5 anni) è iniziata l'arringa della difesa. Che ha nuovamente negato l'ipotesi di favoreggiamento della prostituzione. "Quando Nicole Minetti accompagnava le ragazze a stipulare i contratti in via Olgettina faceva soltanto delle cortesie a delle amiche e, dunque, va assolta, perché lei non era affatto il gestore di un condominio come è stato detto e men che meno ha favorito la prostituzione", ha detto l'avvocato della ex esponente del Pdl, Pasquale Pantano, chiedendo anche ai giudici di trasmettere gli atti alla Consulta per valutare la "incostituzionalità" della normativa sul favoreggiamento della prostituzione "per indeterminatezza delle condotte". Per il legale, inoltre, agli atti del processo non solo "non c'è prova degli atti prostitutivi, ma men che meno dei presunti pagamenti e di conseguenza nemmeno della presunta intermediazione" contestata a Minetti. La sentenza è prevista per il prossimo 13 novembre.
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