Condannato in appello ad otto mesi di reclusione, dopo l'assoluzione in primo grado. E' stata ribaltata dai giudici di Roma la prima sentenza emessa nei confronti di Manuel Adolfo Castello, primario di Neonatologia al policlinico Umberto I. Il medico è accusato della morte del piccolo Matteo Cultrona, avvenuta nel 2007 alla clinica Villa Salaria. Lo ha deciso la prima sezione della Corte d'Appello di Roma presieduta da Anna Maria Ciccone. Il bimbo venne alla luce dopo un parto cesareo programmato in clinica. Il bimbo, bradicardico e cianotico, venne posto immediatamente in incubatrice ma dopo 14 ore di agonia morì a causa di una grave crisi respiratoria e malgrado l'intervento di due anestesisti e del medico di guardia. Nel processo di primo grado il neonatologo venne assolto con la formula "perché il fatto non sussiste". In base a quanto ricostruito dai periti nominati dai giudici di secondo grado, a Castello viene contestato "di non aver diagnosticato - spiega l'avvocato Stefano Giorgio, legale dei genitori del piccolo - i sintomi di una polmonite interstiziale diffusa che ha comportato una crisi respiratoria sfociata in un pneumatorace nel corso delle manovre rianimatorie".
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