24 settembre 2014 alle 16:24aggiornato il 24 settembre 2014 alle 16:24
Via Poma, l'assoluzione di Raniero Busco"Non ci sono prove contro di lui"
Depositate le motivazioni con le quali la Corte di Cassazione ha prosciolto definitivamente il fidanzato di Simonetta Cesaroni, uccisa a Roma nel 1990.La Corte di Cassazione ha depositato le motivazioni della sentenza con la quale Raniero Busco è stato prosciolto dall'accusa di aver ucciso la sua fidanzata Simonetta Cesaroni, delitto avvenuto a Roma il 7 agosto 1990 in via Poma. Per i giudici non ci sono prove in grado di inchiodarlo. I punti oscuri rimasti, infatti, non sarebbero stati spiegati e non sono secondari: "Si pensi - scrive la Corte - al rinvenimento dell'agenda di Pietro Vanacore (il portiere dello stabile, ndr) fra gli effetti personali della vittima repertati sul luogo del delitto"; quindi il verdetto di proscioglimento di Busco pronunciato dalla Corte d'assise d'appello di Roma il 27 aprile 2012 rispondeva alle regole della "congruità e completezza della motivazione" ed è dotato di "manifesta logicità". In particolare, continuano i giudici, "si dimostra la insostenibilità", in assenza della prova di un morso sul seno di Simonetta, "della sua attribuzione a Busco e dell'origine salivare del Dna presente sui capi di vestiario repertati".
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