Le mozioni sulle iniziative a tutela di Enrico (Chico) Forti hanno ottenuto il sì unanime alla Camera dei deputati. L'uomo, cittadino italiano, è stato condannato all'ergastolo negli Stati Uniti ed è detenuto a Miami da 12 anni con l'accusa di omicidio. Grazie ai testi approvati, il governo si impegna "ad assumere in ogni sede qualsiasi iniziativa di competenza per tutelare il concittadino Enrico Forti, come più volte in precedenza il governo italiano ha ritenuto di dover fare in difesa di altri concittadini condannati e detenuti all'estero, considerato anche il fatto che lo Stato italiano intrattiene con il governo degli Stati uniti ottimi rapporti diplomatici che hanno portato anche di recente alla soluzione di casi giudiziari controversi".

IL CASO - Chico Forti il 15 giugno del 2000, dopo un processo durato 24 giorni, è stato ritenuto colpevole di aver ucciso Dale Pike; a giudicarlo è stata una giuria popolare della Dade County di Miami. La sentenza ha sorpreso i familiari e gli amici in quanto hanno ritenuto e ancora ritengono impossibile che possa essere stato emesso un verdetto di colpevolezza "oltre ogni ragionevole dubbio" con elementi flebili e prove circostanziali confuse.

LA VITTIMA - Il 16 febbraio 1998 Dale Pike, figlio di un noto albergatore, viene trovato morto in un boschetto vicino a una spiaggia dove Chico Forti lo aveva lasciato il giorno prima. Sulla nuca aveva due colpi di pistola calibro 22, era nudo e vicino alcuni oggetti personali. La morte viene fatta risalire al giorno precedente, nelle ore in cui è stato provato che l'accusato, l'italiano, fosse all'aeroporto. E infatti è stato poi condannato come "mandante" dell'omicidio. Da anni, però, amici e parenti si battono perché il caso venga riaperto e si ripeta il processo, senza trascurare importanti prove e valutando correttamente quelle esistenti.
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