"Imbarcarsi per Lampedusa costa 1.500 euro. Se non li hai, tranquillo. Ci ripagherai lavorando. Oppure facendoti espiantare gli organi". Sono agghiaccianti i retroscena del traffico di esseri umani tra la Libia e l'Italia portato alla luce dall'arresto, a Roma, di Michael Brhane, il cassiere di un'organizzazione di scafisti "specializzata" nel trasbordo di migranti disperati dal Corno d'Africa al nostro Paese attraverso il Canale di Sicilia. La vicenda è riportata oggi dal Corriere della Sera. Nel mirino una gang senza scrupoli, in grado di gestire i viaggi della speranza in maniera "compatibile con lo stato di riduzione in schiavitù". Assieme al cassiere, sono state arrestate altre quattro persone, che fungevano da fiancheggiatori. La caccia degli investigatori ora è concentrata, invece, sui vertici della banda, pronta a "vendere" ad altre organizzazioni criminali i migranti che non potevano permettersi di pagare il viaggio in anticipo, costringendoli a "saldare" successivamente, prestando attività lavorativa oppure, nel peggiore dei casi, cedendo i proprio organi. Sempre secondo quanto riportato dal Corsera, le indagini sono scattate grazie alla telefonata alla Guardia Costiera di una donna di Siniscola (Nuoro), Santina P., residente a Milano. "Ho paura per il fratello di una mia amica, che potrebbe essersi imbarcato con una organizzazione di criminali senza scrupoli". E, come dimostreranno drammaticamente le indagini, non ancora concluse, l'organizzazione, di scrupoli, non se ne faceva affatto.
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