Per tre anni aveva chiamato "papà" un uomo che, secondo il test del Dna, non era risultato essere suo padre biologico. E il genitore poco dopo aveva abbandonato la casa coniugale, interrompendo ogni legame col bambino. La madre, però, aveva insistito per effettuare altre verifiche e nel 2003 era stato scoperto l'errore: un ospedale di Como aveva dato risultati sbagliati. La donna, che ha citato l'Istituto Sanitario Sant'Anna in giudizio, si è vista dare ragione in Appello e ora chiede il risarcimento per un danno non soltanto biologico, ma anche per l'interruzione del vincolo parentale. Il caso, secondo i suoi avvocati, approderà in Cassazione. Mentre il ragazzino ora si ritrova ad esser cresciuto senza un padre a causa dell'esito sbagliato dell'esame del Dna.
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