Davide Vannoni, patron di Stamina, la Fondazione che da anni lotta per ottenere l'approvazione del proprio metodo di cura compassionevole delle malattie neurodegenerative attraverso le infusioni con cellule staminali, ha ufficializzato oggi la sua candidatura alle prossime elezioni europee. Sarà capolista della lista "Io Cambio" nel Centro-Sud e nelle Isole. Dunque anche in Sardegna. L'Unione Sarda lo ha raggiunto al telefono.

Perché ha deciso di candidarsi alle Europee e perché proprio con Io Cambio?

"Ho deciso di candidarmi per ampliare il raggio della nostra battaglia in difesa del diritto alle cure. E ho deciso di farlo con Io Cambio non a caso. Molti dei loro esponenti, a cominciare dal presidente Claudio Morganti, sono stati al nostro fianco sin dall'inizio, in piazza, assieme alle famiglie dei malati. Una scelta pensata e coerente, dunque, non figlia di interessi e compromessi. Mica potevo, ad esempio, presentarmi in lista con Balduzzi (l'ex ministro della Salute, ndr)".

Cosa risponde, allora, a chi dice che un'eventuale elezione potrebbe giovare alla posizione sua e di Stamina nelle inchieste giudiziarie?

"Dico che il procuratore di Torino Guariniello non si farà certo influenzare dalla mia candidatura né tanto meno da un'eventuale elezione. Il processo andrà avanti per la sua strada e io, come ho già iniziato a fare, mi difenderò documenti alla mano. Non ho nulla da temere. Inoltre, dichiaro e sottolineo ora che, qualora venissi condannato in via definitiva, mi dimetterò immediatamente. Sbaglia chi pensa che voglio usare la mia candidatura come schermo".

Com'è la sensibilità europea sulla battaglia di Stamina?

"Riceviamo contatti e richieste di migliaia di malati non solo dall'Italia, ma anche dagli altri Paesi europei. Segno che chi ha approfondito la nostra metodica, nonostante lo tsunami di fango che ci è stato buttato contro anche a livello internazionale - e penso agli articoli apparsi su Nature - ha compreso la sua validità. Diverso, invece, è l'atteggiamento delle istituzioni. Quelle italiane sono fortemente lobbizzate, è un dato di fatto. Ma anche a livello europeo incontriamo forti resistenze, in quanto spaventiamo per il nostro essere rivoluzionari. La mia candidatura al Parlamento Ue mira proprio a questo: a dare una speranza a tutti i pazienti, non solo italiani, ma anche europei. Inoltre...".

Inoltre?

"C'è da sottolineare un paradosso: nonostante le leggi europee prevedano regole molto più libere rispetto alle nostre in fatto di cure compassionevoli, l'Italia continua a fare resistenza. Ci affanniamo a chiedere maggiore libertà dai vincoli economici e finanziari, ma in questo caso siamo noi a porre vincoli in contrasto con le direttive Ue. Una follia contro cui punteremo il dito durante la campagna elettorale e poi, in caso di elezione, tra i banchi di Bruxelles e Strasburgo".

Parliamo della Sardegna. Quanti sono i sardi che si sono rivolti a Stamina per accedere al vostro metodo?

"Il numero è molto alto, come quello di tutte le altre regioni italiane, del resto. Dall'Isola ci hanno contattato circa duemila famiglie. Alcuni hanno vinto i ricorsi e sono il lista d'attesa e più aspettano più rischiano di morire. Altri invece non sono nemmeno in lista d'attesa, ma continuano comunque a supportarci, accollandosi i notevoli costi di viaggio in nave o in aereo per partecipare alle nostre manifestazioni a Roma e in tutta Italia. La mia candidatura è anche un modo per ricambiare il grande sacrificio che stanno facendo loro e tutti gli altri malati che credono in noi".

Stamina contro istituzioni: alla fine della "guerra", secondo lei, chi sarà il vincitore?

"Dipende solo dalle persone. Stamina, oggi, è come un fuscello. Se sempre più persone ci daranno sostegno e appoggio potremo diventare una colonna portante. Viceversa, saremo spazzati via".

Luigi Barnaba Frigoli
© Riproduzione riservata