"Ascoltiamo con umiltà la denuncia che il gesto disperato di un 21enne (e di altri giovani prima di lui) contiene. E mettiamo in campo una risposta, quantomeno una reazione". A parlare è Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay, in merito alla morte di Simone, il giovane che si è tolto la vita lasciando un biglietto che invita gli omofobi ad interrogarsi. "Fa bene la viceministro Guerra - ha continuato Romani - a richiamare le responsabilità di tutte e tutti rispetto a questo dramma. Ed è proprio perché la responsabilità non diventi una delle tante parole di circostanza che si adoperano in questi casi, che esortiamo la viceministro a rendere concreto il suo richiamo all'azione e a sollecitare subito l'apertura di un tavolo ministeriale che porti in breve alla definizione di una road map di interventi sull'omotransfobia". In Italia, secondo Romani, "si contano molte più vittime che provvedimenti".

Secondo il presidente dell'Arcigay, se il Parlamento approverà l'estensione della legge Reale Mancino, che punisce solo a posteriori il crimine d'odio, si potrà "dare giustizia alle vittime, ma non eviteremo alle vittima di diventare tali. Né avremo fatto nulla per intervenire sul clima d'odio, rispetto al quale il crimine è solo la punta dell'iceberg".
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