Tiene ancora banco l'audio con cui Rocco Casalino insulta e minaccia i tecnici del ministero dell'Economia: "Se non trovano dieci miliardi del c... è pronta la megavendetta, faremo fuori tutte quelle m... del Mef".

Le parole del portavoce di Palazzo Chigi disegnano bene la situazione di un Movimento sull'orlo di una crisi di nervi: con un elettorato che già storce il naso per il governo a trazione leghista, approvare il reddito di cittadinanza è fondamentale per arginare la fuga di vosti verso il Carroccio.

"Tria c'entra relativamente, ma al ministero c'è una serie di persone che è lì da decenni, persone che proteggono il solito sistema e non ci fanno capire dove si possono trovare nel bilancio questi 10 miliardi del c...", aveva aggiunto l'ex gieffino prestato alla politica.

IL MEF - Ma Tria blinda i suoi tecnici: "Il ministro esprime piena fiducia ai dirigenti e alle strutture tecniche del Mef, e apprezzamento per il lavoro che stanno svolgendo a sostegno dell'attuazione del programma di governo, come peraltro evidenziato dal presidente del Consiglio", è la dichiarazione che filtra da fonti del ministero.

E gli stessi tecnici di via XX settembre rispondono senza timori reverenziali alle minacce di Casalino. "Il bilancio dello Stato è pubblico e visionabile da tutti sui siti istituzionali. L'attribuzione di risorse a determinate fonti di bilancio piuttosto che ad altre non spetta alle strutture tecniche del ministero dell'Economia perché è una scelta politica", affermano.

"Ovviamente - sottolineano - anche il reperimento delle coperture finanziarie rientra in questo stesso ambito. I tecnici del Mef stanno lavorando per valutare costi ed effetti delle varie proposte politiche, comprese le possibili modalità di copertura degli interventi. Ma le decisioni spettano alla politica".

Come dire: "Al governo ci siete voi, le scelte politiche spettano a voi e noi non nascondiamo certo i soldi sotto il tappeto, il bilancio dello Stato è pubblico".

M5S - Se Pd e Forza Italia chiedono le dimissioni, M5S fa quadrato attorno al portavoce di Palazzo Chigi.

Per Di Maio la colpa, manco a dirlo, è del Pd e di Forza Italia: "I partiti hanno messo i loro servitori nelle fondamenta dello Stato". In una lettera ai parlamentari M5S il capo politico difende Casalino: "Non voglio generalizzare, ma è chiaro ed evidente che il sistema, negli ultimi 20 anni, ha piazzato nei gangli dello Stato i servitori dei partiti. E questo mi preoccupa molto. Il governo è unito, ma c'è chi rema contro".

La fa semplice Alessandro Di Battista dal Guatemala: "O trovano i soldi per il reddito di cittadinanza o si trovano un altro lavoro. Casalino ha sbagliato, non si mandano audio in privato ai giornalisti: certe cose vanno dette pubblicamente".

"FIDUCIA IN TRIA" - Giuseppe Conte, che ieri aveva difeso a spada tratta il suo portavoce, oggi cerca di gettare acqua sul fuoco delle polemiche: "Le strutture amministrative sono al servizio di quello che noi facciamo, spetta a noi utilizzarle e sollecitare le risposte che sono funzionali ai nostri programmi. In Tria ho massima fiducia, così come in tutti i miei ministri".

Nessun complotto, insomma, chiarisce il presidente del Consiglio.

(Unioneonline/L)

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