L'azienda per la tutela della salute della Sardegna (Ats) risponde al vicepresidente del Consiglio regionale Antonello Peru, che nelle scorse ore ha parlato di "sanità sarda inefficiente per colpa della riforma", e di "alti costi perché la spartizione dei posti di comando ha prodotto la moltiplicazione delle spese per i direttori delle diverse aziende socio-sanitarie locali a discapito dei pazienti nelle stanze degli ospedali".

Tali affermazioni, spiega l'Ats in una nota, equivalgono a "un giudizio negativo nei confronti dei dipendenti che quotidianamente si impegnano per migliorare l'assistenza sanitaria sarda: medici, infermieri, operatori sanitari, tecnici, ingegneri, informatici e amministrativi che con abnegazione e senso del dovere lavorano per innalzare gli standard qualitativi dell'offerta assistenziale".

E sulla spesa sanitaria: "I dati prodotti nel corso dell'ultimo biennio dimostrano come le critiche mosse sul capitolo della spesa sanitaria non corrispondano al vero. Il cosiddetto disavanzo è stato ridotto progressivamente rispetto al picco 2013 e alla gravissima situazione degli anni precedenti, e solo grazie a un'attenta gestione delle risorse aziendali è stato possibile creare i presupposti per un efficientamento della spesa che, nell'ultimo anno, ha portato un risparmio di circa cento milioni di euro".

Ma Ats ribatte anche sulle assunzioni e sulle liste di attesa, ricordando il superamento di "gravi e storiche inefficienze organizzative" attraverso il Piano di Fabbisogno, il documento aziendale dedicato all'assunzione e alla stabilizzazione del personale.

"Questo atto - spiega l'azienda - consente alla Struttura complessa per il reclutamento e selezione delle risorse umane di selezionare il personale a tempo indeterminato e di stabilizzare centinaia di lavoratori lasciati per anni in condizioni di precariato. Un percorso che riguarda 1200 posizioni lavorative e che punta a migliorare la qualità delle prestazioni (che, tra l'altro, negli anni tra il 2009 e il 2013 non veniva rilevata nell'ambito dei tavoli di confronto tra le regioni, da cui la Sardegna era uscita, non misurando efficienza e qualità nell'erogazione dei LEA rispetto ai parametri di confronto tra tutte le regioni)".

"Le liste di attesa - aggiunge la nota - esistono da anni sia in Sardegna sia in tutte le altre regioni d’Italia: Ats sta lavorando sul potenziamento degli organici (scorrendo le graduatorie e attivandone di nuove) e sui sistemi premianti contrattuali per ottenere una rilevante riduzione dei tempi di attesa che sarà visibile già in autunno e migliorerà ancora nel primo semestre 2019 e ciò proprio grazie agli efficientamenti effettuati in questo anno da Ats che consentono e consentiranno di investire nuove risorse nel personale nelle posizioni dirigenziali e organizzative, nelle progressioni orizzontali e verticali, nello stipendio di risultato e nella produttività".

Per quanto riguarda la spesa farmaceutica, "la programmazione sanitaria basata sul modello delle vecchie otto aziende ha creato un livello di disavanzo e sperequazione inaccettabile. La spesa farmaceutica delle vecchie otto Asl era la più alta d'Italia e la Sardegna occupava l'ultimo posto nella classifica nazionale. In un solo anno Ats Sardegna è riuscita a ridurre il divario con il resto d'Italia guadagnando quattro posizioni grazie alla riduzione della spesa incongrua e al miglioramento della appropriatezza delle prescrizioni farmaceutiche".

(Unioneonline/s.s.)

LA POLEMICA SULLE GUARDIE MEDICHE:

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