Dopo essere scampati alla morte nella grotta di Tham Luang in cui sono rimasti intrappolati per settimane, l'allenatore di calcio Ekkapol Chantawong e tre dei suoi ragazzi hanno ricevuto ieri la cittadinanza thailandese.

Un traguardo inaspettato, che consentirà ai 4 sopravvissuti di uscire dalla condizione di apolidi, che nel Paese riguarda oltre 400mila persone - secondo le stime dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati - prive del diritto di viaggiare liberamente, avere un conto in banca, sposarsi e votare.

Una situazione dovuta in gran parte all'afflusso nel Paese di numerose minoranze etniche, tra cui spiccano per numero quelle provenienti dalla vicina Birmania.

Ufficialmente il Governo della Thailandia dice che il riconoscimento non ha nulla a che vedere con la tragedia della grotta, ma è indubbio che il clamore suscitato dalla vicenda abbia contribuito. E per i portavoce thailandesi di Amnesty International può servire come stimolo alla risoluzione della questione apolidi, che il Governo locale ha promesso di registrare entro il 2024.

"Ottenere la nazionalità è la più grande speranza per i ragazzi - ha commentato il fondatore della squadra di calcio coinvolta nel dramma della grotta - In passato, hanno avuto problemi a causa delle restrizioni di viaggio per gli apolidi. Ora, se, in futuro, non vorranno diventare calciatori, potranno sostenere gli esami per diventare funzionari o trovare un buon lavoro alla fine dei loro studi".

(Unioneonline/b.m.)
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