I carabinieri hanno dato ordine di perquisizione a Roma, Napoli, Caserta, Bologna, Grosseto, Modena, Novara e Brescia ai locali di 26 persone indagate per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe, nazionali e internazionali, furto, falsi in atto pubblico e privato, riciclaggio internazionale.

L'attività ha coinvolto in totale 53 persone e ha consentito di individuare due presunti gruppi criminali con base a Roma e operanti in tutta Italia e all'estero, composti da cittadini italiani, del Camerun, della Nigeria e dell'Afghanistan, specializzati in truffe finanziarie e immobiliari, ma anche di compravendita di opere d'arte e metalli preziosi falsi, che hanno fruttato illeciti profitti per milioni di euro.

In alcuni casi i deliquenti si proponevano di aiutare società estere a ottenere prestiti, per milioni di euro, fingendo di reperire garanzie bancarie, e dopo che le vittime avevano pagato loro ingenti cifre in contanti, anche decine di migliaia di euro, per ottenere la documentazione necessaria, poi risultata falsa, i truffatori facevano perdere le loro tracce.

In altri episodi, il gruppo si qualificava come vicino agli ambienti del Vaticano, e offriva alle vittime di acquistare, per milioni di euro, opere d'arte, a patto di effettuare una donazione in contanti a una onlus, anche questa risultata poi fittizia.

I carabinieri hanno accertato che i truffatori, in altri casi, qualificandosi come funzionari di banche italiane, si offrivano di far rientrare capitali dall'estero in Italia senza pagare le tasse.

In realtà, attraverso la tattica del doppio appuntamento, la vittima all'estero effettuava la consegna del denaro contante, anche milioni di euro, mentre il corrispettivo veniva consegnato in contemporanea in Italia a un collaboratore del malcapitato di turno che però, in questo caso, riceveva soldi finti, denaro fac-simile (spesso solo la prima e l'ultima banconota delle "mazzette" erano vere).

In altri casi, il gruppo si presentava come vicino a fondi lussemburghesi o del Vaticano, offrendo finanziamenti a società in fallimento, richiedendo una fideiussione in contanti (dai 15mila ai 150mila euro).

Una volta ricevuta la somma, vicino agli istituti di credito, i truffatori entravano all'interno con il contante, fingendo di incontrare il direttore ed invece si dileguavano con il malloppo, utilizzando uscite secondarie.

Altre volte, sempre fingendosi intermediari del Vaticano, proponevano alle vittime l'acquisto di alberghi da destinare a usi ecclesiastici e, in cambio di un prezzo vantaggioso, venivano richiesti onerosi compensi per l'intermediazione.

Le perquisizioni dei carabinieri hanno portato al sequestro di un assegno da 5 milioni di euro emesso da una banca francese, 9mila euro in contanti. 3 milioni di euro in banconote con la scritta fac-simile e di documentazione e certificazioni contraffatte, tra cui false deleghe per la vendita di lingotti d'oro del Vaticano e tanto altro.

Nel corso dell'indagine i militari hanno anche arrestato in flagranza 7 persone e ne hanno denunciate altre 22, oltre ad aver accertato 23 truffe consumate e più di 45 tentate impedendo profitti illeciti per oltre 10 milioni.

(Unioneonline/M)
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