Bandiere arcobaleno, striscioni e gli oramai immancabili microfoni e amplificatori hanno fatto la loro ricomparsa questa mattina davanti al palazzo della Giunta Regionale di viale Trento, a Cagliari, per l'ennesima manifestazione antimilitarista contro la Rwm Italia, la fabbrica di produzioni belliche di Domusnovas.

Una settantina di attivisti, in rappresentanza delle associazioni "Sardegna Pulita", "Cagliari Social Forum", "Carlofortini Preoccupati", "Adiquas Nuraxi Figus", "Portoscuso Pulita", "Aria Noa Sarroch" e "Cittadini Attivi Cagliari" si sono dati appuntamento davanti alla sede delle Istituzioni con l'intento di strappare al presidente Pigliaru una presa di posizione sull'attività della contestata fabbrica.

Missione fallita: nelle due ore di sit-in nessuno, nonostante il chiasso prodotto e gli inviti a comparire scanditi con il microfono, ha scelto di incontrare i manifestanti. I quali non hanno comunque rinunciato a riassumere i fatti e rivendicare le loro ragioni: "Inammissibile che il presidente, massimo rappresentante dei sardi, si ostini a non far sapere cosa pensa della Rwm dopo che sull'argomento si è espresso, in pratica, il mondo intero", sbotta il portavoce di "Sardegna Pulita" Angelo Cremone.

Non sono mancate iniziative improvvisate, come un piccolo corteo che ha sfilato esponendo riproduzioni dei missili della Rwm usati nello Yemen e anche una bara bianca, simbolo dei tantissimi bambini rimasti vittime delle bombe sganciate dalla coalizione saudita.

Delusione viene espressa da Cremone anche per il silenzio totale che arriva dalla politica: "Da nessuno è partita neanche un'interrogazione consiliare verso il presidente per sapere cosa la Giunta intenda fare in merito alla Rwm".

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Rosalba Meloni, "Cagliari Social Forum", va oltre: "Viene da pensare che esistano forti connivenze tra politica e management delle industrie belliche. Se fosse così che lo dicano apertamente, noi continueremo a pensare che la dignità non ha prezzo e che questo tipo di produzioni di certo non è dignitoso".

Al termine della manifestazione gli attivisti hanno deciso di dare mandato ad alcuni legali per presentare un esposto contro l'ex ministro della Difesa Roberta Pinotti: "Vogliamo accertare se, come pensiamo - annuncia Cremone -, il ministro sia stato colpevole di inosservanza della legge 185 del 1990 che vieta di vendere armi a Paesi belligeranti. Allo stesso modo chiederemo un forte impegno per il rispetto della legge all'attuale ministro Trenta: i deputati sardi del Movimento 5 Stelle sono sempre stati al nostro fianco nelle iniziative contro la fabbrica, ora che sono al Governo ci aspettiamo che facciano seguire i fatti".
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