Una nuova campagna di affissione contro l'aborto torna a suscitare numerose polemiche.

A Roma, in vista della "Marcia per la Vita" - in programma sabato 19 maggio - CitizenGo (fondazione nata in Spagna e poi sbarcata anche in Italia, legata agli estremismi prolife e già autrice dei manifesti gender sui bus) ha appeso una serie di manifesti per le strade della Capitale che riporta la frase: "L'Aborto è la prima causa di Femminicidio nel mondo".

L'iniziativa ha provocato diverse polemiche, tra cui quella della senatrice del Partito democratico Monica Cirinnà, che ha richiesto "un immediato intervento delle istituzioni, a partire dall’Autorità delle Comunicazioni, per rimuovere subito i manifesti e per fermare la diffusione di false informazioni".

Stefano Fassina, consigliere di Sinistra per Roma, gira la richiesta direttamente al sindaco Virginia Raggi: "rimuova l'ennesimo manifesto contro l'autodeterminazione delle donne, come fatto con il murales del bacio tra Salvini e Di Maio e i murales politici successivi. È intollerabile tale misitificazione da parte di chi dice di difendere la vita".

"È in atto - spiega CitizenGO lanciando la propria campagna - il tentativo di censurare e silenziare chi afferma la verità sull'aborto, che sopprime la vita di un bambino e ferisce gravemente quella della donna. Rivendichiamo il diritto di opinione ed espressione tutelato dalla Costituzione". Filippo Savarese, direttore dell'associazione pro vita, ha anche aggiunto che: "Negli ultimi anni le istituzioni hanno denunciato con sempre maggior forza il fenomeno dei "femminicidi" e della violenza sulle donne, ma ci si dimentica di dire che la prima causa di morte per milioni di bambine (così come di bambini) nel mondo è l'aborto".

Lo scorso 5 aprile un maxi manifesto dell'associazione ProVita era stato affisso sull'intera facciata del palazzo al civico 58 in via Gregorio VII, a Roma, con l'immagine di un feto di 11 settimane e la scritta: "Sei qui perché tua mamma non ti ha abortito". Il manifesto, dopo numerose polemiche, era stato rimosso.

(Unioneonline/s.a.)

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