In cinque anni la spesa per i gratuiti patrocini in Sardegna è raddoppiata, passando dagli 8 milioni di euro del 2012 ai 16 milioni del 2016.

Un boom sui cui, come spiega il presidente dell'Ordine degli avvocati di Cagliari Aldo Luchi, ha inciso la crisi economica ma anche la forte crescita del flusso di migranti: uomini e donne che non percepiscono alcun reddito e dunque hanno sempre diritto alla difesa gratuita, ma che hanno anche generato un parallelo business milionario su cui comincia ad allungarsi qualche ombra.

Nel Tribunale di Cagliari le iscrizioni in materia di protezione internazionale sono passate dalle 17 del 2013 alle 2.278 del 2016, per poi calare nell'anno appena finito a 1.870. Complessivamente si arriva a 6.216 cause, che portano a stimare in oltre 6 milioni di euro il costo delle parcelle legali a carico dell'Erario negli ultimi 5 anni.

I dubbi però nascono a monte, cioè al momento della nomina degli avvocati da parte dei migranti che non hanno alcuna conoscenza delle lingua e delle leggi del nostro Paese.

Non esiste infatti un elenco a cui rivolgersi e le strutture di accoglienza non hanno alcun obbligo. Così, col crescere dei numeri e delle cifre, tra le toghe è montato anche il malumore.

E si fanno sempre più insistenti le voci circa l'esistenza di cartelli di avvocati che, grazie ad accordi con i centri che ospitano i richiedenti asilo, farebbero incetta di clienti e dunque di ammissioni al gratuito patrocinio, sfornando domande in ciclostile.

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