L'Italia torna a sperare sull'Ema, l'Agenzia europea del farmaco, che a novembre un sorteggio ha soffiato a Milano e assegnato ad Amsterdam. Una speranza mista a polemica per l'evidente stato di impreparazione dei Paesi Bassi.

"L'edificio finale di Ema ad Amsterdam non sarà pronto per il 30 marzo 2019 - ha detto il direttore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco, Guido Rasi, durante una conferenza stampa a L'Aia - quindi dovremo prima trasferirci in locali temporanei nella città, e poi nell'edificio finale" a Zuidas, distretto finanziario della città.

"Questo doppio trasferimento ci costringerà a investire più risorse. Prolungherà la nostra modalità di 'pianificazione della continuità operativa', il che significa che ci vorrà più tempo per tornare alle normali operazioni con le quali svolgiamo importanti attività di salute pubblica".

"Non è una soluzione ottimale. Avremo solo la metà dello spazio rispetto alla nostra sede attuale a Londra".

LA POLEMICA - L'Italia dunque, rendono noto fonti di Palazzo Chigi, risolleverà il caso davanti alla Commissione europea perché venga valutata la possibile riconsiderazione della decisione.

"Ma come, Amsterdam non è pronta? Ci hanno presi in giro? - ha commentato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni - Sulla salute dei cittadini non si può scherzare: cara Commissione UE, riporta Ema a Milano, subito: il Pirellone è pronto e disponibile".

"Leggo in una nota che, secondo la direzione di Ema, i problemi di Amsterdam ad ospitare la loro nuova sede sono evidenti - scrive su Facebook il sindaco di Milano -. D’accordo con il Presidente Maroni confermiamo invece che Milano è in grado di rispettare la tempistica richiesta, sia per la sede che per tutte le condizioni a latere. Sono in contatto con il Presidente del Consiglio per valutare tutte le possibili iniziative".

"Sarebbe stato meglio decidere su elementi tecnici senza affidarsi alla sorte", il tweet del ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

(Unioneonline/D)

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