Un capotreno 51enne, Andrea Favaretto, è stato condannato dal tribunale di Belluno per violenza privata per aver fatto scendere da un convoglio un passeggero che aveva un biglietto non regolare.

Il fatto risale 12 novembre 2014, quando il dipendente di Trenitalia, al culmine di una lite con un giovane nigeriano sprovvisto di titolo di viaggio, lo ha costretto ad abbandonare il convoglio alla stazione di Santa Giustina della città veneta.

Il passeggero - che all'epoca viveva nel Padovano, prima di essere espulso dall'Italia - aveva esibito al controllore un biglietto che riportava nel timbro un'ora posteriore a quella di partenza del treno; per questo il controllore aveva sospettato che fosse stato alterato.

Secondo la testimonianza del migrante, il capotreno lo avrebbe costretto a non risalire dicendogli "se non sali non ti denuncio".

Gli avvocati di Favaretto, Giorgio Azzalini e Jenny Fioraso, si sono detti "stupiti e addolorati per la condanna che ritiene ingiusta".

Un messaggio di solidarietà al 51enne è arrivato dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che ha parlato di "una vicenda incomprensibile per la gente comune" e si è detto vicino "ai lavoratori delle Ferrovie dello Stato, costretti a fronteggiare sempre più difficoltà per il solo fatto di compiere il loro dovere".

(Unioneonline/F)
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