I senatori e i deputati repubblicani hanno raggiunto un accordo sulla riforma fiscale voluta dal presidente Donald Trump: si va dunque verso il voto previsto per la prossima settimana.

I TRE PUNTI - Riduzione delle tasse per le aziende Usa dal 35% al 21% dal 2018, stop alla alternative minimum tax (tassa sui redditi che scatta sopra una certa soglia di reddito), mantenimento delle 7 aliquote (10%, 12%, 22%, 24%, 32% e 37% per i più ricchi, anziché 39,6%): sono questi i principali punti della riforma che è stata accolta positivamente dalla borsa, dove l'indice Dow Jones è salito dello 0,6% chiudendo a 24.651,24 punti, mentre l'indice Standard & Poor 500 è cresciuto dello 0,9 % attestandosi a 2.675,81 punti.

IL VOTO - La misura, presentata come la maggior riforma fiscale degli ultimi 30 anni, verrà votata nelle due camere del Congresso americano, dove i repubblicani hanno la maggioranza.

Il testo potrebbe essere approvato definitivamente già mercoledì, in quello che sarebbe il primo importante successo legislativo della presidenza Trump.

SOSTENITORI E CONTRARI - I sostenitori della riforma sostengono che il provvedimento significherà 2500 dollari esentasse in più per ogni famiglia, ma i critici affermano che il deficit del bilancio rischia di crescere di 1500 miliardi entro il 2025.

Secondo i democratici il nuovo sistema agevolerà i più ricchi a scapito della classe media.

OBAMACARE - La riforma taglierà infine uno dei punti centrali dell'Obamacare, ovvero l'obbligo di dotarsi di un'assicurazione medica, riforma sanitaria voluta fortemente da Barack Obama.

(Unioneonline/s.a.)
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