Pierfrancesco Diliberto alias Pif, la ex Iena che sta vivendo un fortunato periodo da apprezzato regista e autore tv, non ci sta ad essere additato come il comico siciliano arrivato alla ribalta nazionale grazie alla sua vicinanza con il "potere renziano", poi prontamente abbandonato alle prime difficoltà dell'ex premier, e in una lettera aperta al Corriere della Sera risponde duramente alle critiche ricevute.

"Le prime tre volte in cui partecipai alla Leopolda - spiega Pif - denunciai alcune cose che non mi piacevano del Pd, tra le quali la presenza nel Pd siciliano di quelli che oggi vengono definiti 'impresentabili'". "L'ultima volta alla Leopolda, nel 2014 - prosegue poi - non ci andai per tenere un discorso, ma per dire a Renzi, ormai presidente del Consiglio, quello che pensavo sulle sue nuove alleanze politiche. Sintetizzai il mio articolato e profondo pensiero politico così: 'Quando ti vedo con Verdini, mi viene un brivido lungo la schiena!'. La stessa cosa la dissi ai giornalisti presenti".

Secondo Pif era come se qualcuno lo avesse invitato ad una festa a casa sua per tre anni e al quarto avesse detto : "Sai che i tuoi nuovi invitati non mi piacciono per niente?!".

Il discorso si sposta quindi sulle pesanti critiche ricevute dalla stampa per la sua assenza all'ultima Leopolda, a suo avviso liquidate come "Quando Renzi è vincitore, Pif lo appoggia e fa carriera. Quando Renzi cade in disgrazia, Pif lo abbandona". Ma "perché – si chiede l'ex Iena - negli anni in cui ho scelto di non andare alla Leopolda, nessun giornalista me ne ha chiesto il motivo? Perché non hanno fatto questo ragionamento quando criticavo Renzi da presidente del Consiglio e, quindi, molto più 'potente' di ora? Ma soprattutto, perché non entrano nel merito delle mie parole? Penso che questa sia la risposta: perché in questo periodo storico le dichiarazioni e i fatti sono irrilevanti, contano solo i pretesti e lo scatenamento della indignazione".

Pif soffre, dunque, quest'ombra da traditore che lo segue sempre più da vicino. E si sente vittima dalla macchina del fango, quel fango – sottolinea – "che nemmeno un milione di like, veri o immaginari, trasformano in un'opinione rispettabile".

(Redazione Online/v.l.)
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