Il tribunale di Cagliari ha ammesso la class action contro Abbanoa per le richieste di conguaglio sulle tariffe dal 2005 al 2011. La decisione, ha spiegato il deputato di Unidos Mauro Pili - che ha proposto l’azione collettiva - è basata su tre pilastri: "Abbanoa non aveva il potere di chiedere i conguagli. Poi lo ha fatto con modalità sono sbagliate. Infine, le somme richieste ai consumatori sono prescritte".

Il parlamentare ha rivolto un appello ai sindaci dell’Isola: "In ogni Comune deve essere allestito uno sportello per registrare le adesioni alla class action, che riguarda 750mila famiglie e vale 120 milioni di euro". La decisione del tribunale è arrivata quasi a un anno di distanza dal primo ricorso. Ora ci sarà tempo fino al 28 febbraio per raccogliere le adesioni, poi la sentenza dovrebbe arrivare in tempi brevi: "L’ordinanza è supportata da cospicue valutazioni nel merito, che dovrebbero alleggerire le fasi successive di giudizio", ha ricordato in una conferenza stampa l’avvocato Stefano Ballero, "e gli effetti della sentenza avranno valore solo per chi ha aderito".

Dal canto proprio, Abbanoa annuncia che impugnerà la decisione del tribunale di Cagliari: "Il giudizio di ammissibilità è viziato da un grave difetto di giurisdizione dato che, trattandosi della doverosa applicazione di provvedimenti normativi, la materia è di competenza del giudice amministrativo e non del giudice civile".

Insieme al gestore unico si opporrà all’ordinanza anche Utilitalia, la federazione che riunisce 500 imprese italiane dei servizi idrici.
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