La Gran Bretagna alle prese con la Brexit deve ridiscutere il proprio ordinamento giudiziario, e in particolare tutto il corpus di leggi di derivazione europea assorbite dagli inglesi negli ultimi 40 anni.

Tra queste ci sono anche le norme sulla tutela e il benessere degli animali. E non passerà certo inosservata la bocciatura della proposta di inserire nella nuova legislazione il principio per cui anche gli animali "provano dolore ed emozioni".

Un passo indietro per alcuni, una norma inutile per altri, tra cui i rappresentanti conservatori della Camera Bassa del Parlamento britannico, che hanno affossato con i loro voti la proposta della collega dei verdi Caroline Lucas.

La loro tesi è che gli animali sarebbero già protetti dall'Animal Welfare Act, ma solo quelli domestici replicano i movimenti ambientalisti, la Protezione Animali britannica e le associazioni veterinarie, lasciando così un vuoto legislativo in merito a quelli selvatici e "da laboratorio".

I critici del Governo May non sembrano però stupiti, visto che risale a pochi mesi fa la proposta dei conservatori di ripristinare nel Paese la caccia alla volpe - poi abbandonata - che era stata vietata o per meglio dire "limitata" nei suoi aspetti più feroci dal predecessore Tony Blair.

(Redazione Online/b.m.)
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