Ratko Mladic, l'ex capo militare dei serbi di Bosnia Erzegovina, è stato condannato all'ergastolo dal tribunale penale internazionale per i crimini di guerra nell'ex Jugoslavia, all'Aja.

Era accusato di crimini di guerra, crimini contro l'umanità e genocidio risalenti agli anni della guerra in Bosnia Erzegovina (1992-1995).

Durante la lettura della sentenza ha urlato contro i giudici del tribunale ed è stato allontanato dall'aula.

All'Aja c'erano anche le associazioni delle vittime, prime tra le altre le "Madri di Srebrenica", la cui vicepresidente, Kada Hotic, ha perso il marito, il figlio e un fratello nel massacro perpetrato nei giorni a partire dall'11 luglio 1995 nell'enclave orientale della Bosnia dagli uomini che rispondevano ai comandi di Mladic.

Le vittime furono circa 8mila uomini e ragazzi musulmani, per quello che è considerato il peggior massacro compiuto dalla Seconda guerra mondiale.

La condanna di Mladic, aveva ripetuto Hotic, "deve essere un segnale del fatto che tali crimini non possono restare impuniti".

Il tribunale oggi ha dichiarato anche che i fatti di Srebrenica sono stati "un genocidio".

Per Mladic - che si è proclamato innocente - l'accusa chiedeva l'ergastolo.

Era l'ultimo imputato a essere giudicato in prima istanza dalla Corte ad hoc dell'Onu istituita nel 1993 per processare i responsabili dei crimini compiuti durante nelle repubbliche dell'allora Jugoslavia dopo l'inizio del processo di disintegrazione del Paese.

Il tribunale davanti al quale è comparso Slobodan Milosevic, che ha condannato Radovan Karadzic e processato Ratko Mladic, tra gli altri, concluderà il proprio mandato e chiuderà formalmente il 31 dicembre prossimo.

(Redazione Online/m.c.)

LE MADRI DI SREBRENICA:

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