Non si ferma la decadenza del Terrapieno. Uno dei punti più belli e panoramici della città è rimasto fuori dall'ondata di cantieri che ha invaso diversi quartieri. Gli unici interventi eseguiti lungo la passeggiata di viale Regina Elena hanno riguardato manutenzioni straordinarie per il rischio di crolli su via San Saturnino. La passeggiata panoramica da anni cade a pezzi e il suo declino continua senza sosta tra muretti distrutti, transenne e buche pericolose sulla pavimentazione.

NUOVI CEDIMENTI - "In più punti della passeggiata ci sono pericoli dovuti alla caduta di alcune barriere che separano il grande marciapiede dallo strapiombo su via San Saturnino", denuncia Alessandro Sorgia, esponente del Gruppo misto che ha presentato un'interrogazione in Consiglio per chiedere interventi urgenti. "Ultimamente c'è stata una grossa perdita dalla tubatura dell'impianto per l'irrigazione del verde pubblico e si è verificato un nuovo crollo di ringhiere e muretti, ma come sempre il Comune si è limitato a sistemare le transenne senza intervenire in modo risolutivo". Dalla Giunta assicurano che il Terrapieno non è stato abbandonato, ma ammettono che servirà tempo prima che partano interventi di riqualificazione.

SERVONO I FONDI - "Stiamo facendo le stime per valutare l'impegno economico perché vanno trovati i finanziamenti", spiega l'assessore alla Viabilità e vicesindaco Luisa Anna Marras, "poi chiederemo sia inserito nel programma triennale delle opere pubbliche perché non si tratta solo di un potenziale pericolo ma di un bene da tutelare molto importante dal punto di vista paesaggistico e della memoria". Secondo Pierluigi Mannino del gruppo '#cagliari16' l'aver lasciato fuori il Terrapieno dagli interventi può essere legato alla sua intitolazione al podestà fascista Enrico Endrich. "Forse questa Giunta non se ne occupa perché ha un'idiosincrasia ideologica, non si spiegherebbe altrimenti", commenta, "ma anche quando interviene lo fa senza pianificare e prevedere le manutenzioni ordinarie e straordinarie".

DISSESTO IDROGEOLOGICO - Per sistemare il Terrapieno non basta un trattamento superficiale, sta cedendo da decenni e sono necessari interventi radicali. "Lì c'è un grave problema di dissesto idrogeologico e va fatta la messa in sicurezza immediata", conferma Fabrizio Marcello, presidente della commissione Mobilità, "ma l'intervento definitivo è molto impegnativo e aspettiamo i fondi per il dissesto idrogeologico". Stefano Schirru, capogruppo di Forza Italia, chiede di accelerare i tempi: "I residenti da tempo denunciano con petizioni lo stato di abbandono dell'area, ma questa amministrazione continua a non reperire risorse e programmare. Sa inaugurare piazze usando progetti e risorse della precedente Giunta, ma non sta lasciando progetti per il futuro".

SERVE UN'IDEA - Per la riqualificazione del Terrapieno non c'è ancora un progetto preciso e Fabrizio Rodin, capogruppo del Pd, lancia una proposta: "Potremmo realizzare la partecipazione che tutti vogliono: se a cittadini, associazioni o movimenti viene un'idea per l'utilizzo di quello spazio, il Comune è pronto ad ascoltare. Non per abdicare dal suo ruolo ma per dare la possibilità di integrare le idee e far diventare il Terrapieno un luogo ben definito, non solo di passaggio: è un bene identitario che mai è stato sfruttato in maniera appropriata: serve una giusta valorizzazione".

Marcello Zasso

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