A Tortolì raccontano di una fuga in grande stile: dopo settimane in cui gli automobilisti hanno assistito a un silenzioso stop ai lavori, ruspe e operai sono spariti, lasciando il cantiere appena all'inizio. Un centinaio di chilometri più su, tra Ardara e Ozieri, ecco un copione simile. Sul completamento della Sassari-Olbia e dell'Orientale Sarda pendono si abbattono come una tempesta le difficoltà della Oberosler, impresa altoatesina a cui l'Anas ha affidato le due opere. A fine ottobre l'azienda ha avviato la procedura di concordato preventivo. E da quel momento gli impegni in Sardegna sono stati congelati.

L'AZIENDA - Non per sempre. Almeno questa è l'intenzione della Oberosler, azienda con un fatturato che negli ultimi anni ha oscillato tra gli 80 e i 116 milioni di euro. "Nel giro di qualche settimana, forse addirittura di giorni, riprenderemo i lavori. La volontà è quella di proseguire con i cantieri, in particolare con quello di Tortolì, dove abbiamo accumulato il ritardo maggiore", spiega Paolo Venturi, l'avvocato che sta seguendo la procedura di concordato preventivo. "Aspettiamo le decisioni del tribunale di Bolzano. In questi giorni c'è stato uno stop delle opere, per consentire una riorganizzazione dell'azienda. Dobbiamo riscuotere dei crediti, alcuni anche dall'Anas. Contiamo di chiudere questa fase al più presto", dice Venturi.

I CANTIERI - In Ogliastra i lavori riguardano il quarto lotto (secondo stralcio) della nuova Orientale sarda, tra Tertenia e Tortolì. Le opere sono iniziate da oltre un anno, ma per ora gli operai si sono limitati a sbancare il terreno e poco più. Di piloni e viadotti neanche l'ombra. Eppure il programma prevede una chiusura del cantiere a febbraio 2018. Una scadenza che non potrà essere rispettata. Nei giorni scorsi la Oberosler ha inviato una comunicazione a tutti i fornitori, compresi quelli sardi, con cui li informa degli ultimi passi in tribunale e sottolinea che comunque "proseguirà senza soluzione di continuità la propria attività".

IL RALLENTAMENTO - L'Anas fa sapere che l'avvio del concordato "comporterà inevitabilmente un rallentamento dei lavori fino alla definizione della procedura e all'eventuale accettazione del piano di risanamento finanziario". Dall'ente che gestisce le strade italiane spiegano: "In entrambi i cantieri affidati all'impresa i lavori sono in una fase iniziale. Infatti, sia per quanto riguarda il cantiere della nuova statale 125, sia per il lotto due della Sassari-Olbia, sono stati ultimate le bonifiche dagli ordigni bellici e gli scavi archeologici e sono state avviate le lavorazioni inerenti la formazione dei rilevati stradali e delle fondazioni delle opere d'arte". A Tortolì, per capire, la percentuale di completamento non arriva neppure al 7 per cento.

CLASSIFICAZIONE - Nel frattempo prosegue la battaglia tra l'Anas e i sindacati sulla classificazione delle strade. In Sardegna potrebbe cambiare il sistema di manutenzione su almeno 1500 chilometri di rete a due corsie. Ieri le segreterie nazionali di Cgil, Cisl, Uil, Sada, Snala e Ugl hanno proclamato lo stato d'agitazione. Tra i motivi della protesta, anche il "grave ritardo nella riclassificazione della rete stradale di competenza", e il "pregiudizio nell'approccio aziendale, teso a declassificare il maggior numero di chilometri, al fine di ridurre al minimo i fabbisogni organici". In Sardegna sono in servizio 156 addetti, ma non tutti (per via di alcune limitazioni) sono a disposizione. E i pensionamenti attesi tra la fine del 2017 e il 2018 potrebbero portare l'organico a circa 100 dipendenti. Da qui la "retrocessione" di metà della rete stradale a due corsie, per consentire una "riorganizzazione" e - dice l'Anas, - una "manutenzione più puntuale ed efficace". I sindacati non sono d'accordo.

Michele Ruffi

© Riproduzione riservata