È stato un sacerdote del Cagliaritano, dopo aver aderito a proposte di abbonamento a riviste delle forze di Polizia (non ufficiali o inesistenti), a far scattare la maxi indagine che ha smascherato un'organizzazione criminale capace di ottenere circa tre milioni di euro a oltre trecento vittime (12 i sardi).

Nell'inchiesta della Polizia postale di Cagliari sono indagate 46 persone (residenti in tutta Italia) accusate di estorsione, riciclaggio, sostituzione di persona, molestie. Gli indagati, come ricostruito dagli investigatori coordinati dal pm Gaetano Porcu, agivano attraverso tre call center illegali tra Milano e Monza: i clienti venivano contattati e, attraverso finte promesse di favori per evitare procedure amministrative e penali, riuscivano a strappare abbonamenti annuali tra gli 80 e i 120 euro.

Alla scadenza dell'abbonamento le telefonate diventavano pressanti, anche con minacce da parte di finti funzionari di vari Tribunali e falsi avvocati, per ottenere rinnovi degli abbonamenti parlando di rischio recupero crediti per debiti insoluti. Un modo anche per riciclare denaro sporco che - è per ora solo un'ipotesi - forse serviva a finanziare altre attività criminali.

Dopo la denuncia del sacerdote, che stava per versare altri 2.900 euro, gli agenti della Polizia postale sono risaliti ad altre vittime riuscendo a individuare i call center.

I truffati erano terrorizzati dalle parole usate dai falsi avvocati (uno si presentava come il legale Fumagalli) e funzionari dei Tribunali: sempre lo stesso il copione per intimorire le persone. Un anziano, per paura, ha versato 130mila euro, un altro 30mila mentre un commerciante quasi 80mila euro.

Stamattina sono state eseguite perquisizioni in tutta Italia: sono stati scoperti i call center e anche una tipografia a Bari che stampava le riviste non ufficiali. "Un raggiro gigantesco - ha spiegato il questore Pierluigi D'Angelo - ai danni delle categorie più deboli. Ancor più odioso l'utilizzo delle finte riviste ricollegate alle forze dell'ordine che sono parte lesa nella vicenda".

La conferenza stampa
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Matteo Vercelli

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