Per un ventennio docente di lingua inglese nell'istituto superiore di Mogoro, paese dove è nato. Ora ambasciatore della lingua sarda nel mondo, in particolare in Islanda.

Michele Broccia, 54 anni, laurea in lingue e letterature straniere, ha lasciato la Marmilla sei anni fa con moglie e due figli adolescenti "per conoscere nuove culture e nuove lingue", ha confessato.

Non avrebbe immaginato di insegnare proprio la sua lingua madre a Reykjavik ad alunni di tutti i continenti. Un corso di sardo che ha riscosso un tale interesse da poter accontentare solo 25 su 65 iscritti per problemi di spazio nell'università della capitale dell'Islanda.

E uno studente islandese è stato selezionato per un soggiorno a Mogoro. "Un corso che sarà riproposto forse anche a Lisbona, dedicato ai miei genitori che mi hanno lasciato in eredità la mia prima lingua, il sardo".

LA STORIA - Lo ha rivelato Broccia, dal 1992 al 2011 docente di inglese nell'istituto tecnico commerciale di Mogoro.

"Ho sempre combattuto per salvare questa scuola - ha ricordato - da sei anni avevo voglia di un cambiamento, di aprire nuovi orizzonti per me e i miei figli".

Michele Broccia si trasferisce a Reykjavik come insegnante di italiano all'Università, incarico per il quale viene trasferito nel 2015 all'Università di Lisbona. L'emigrato mogorese voleva conoscere le lingue e ora parla alla perfezione italiano, inglese, francese, portoghese, islandese, spagnolo e naturalmente sardo.

IL CORSO - "Ma con la mia terra e la mia lingua sempre nel cuore - ha confessato Broccia - ho lavorato a un progetto di collaborazione fra le due università e ho attivato un corso di sardo campidanese per principianti in Islanda".

In aula a Reykjavik dal 4 all'8 settembre con alunni di Islanda, Catalogna, Pakistan, Cile, Russia, Polonia e Sicilia. "Ho insegnato numeri, giorni della settimana, mesi ed alcune domande basilari in limba. Pensavamo di usare un'aula per 8 studenti, poi abbiamo optato per il laboratorio di lingue. Ma siamo riusciti ad accogliere solo 25 dei 65 iscritti".

Un successo insperato.
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