Hai voglia di mettere in campo 65 milioni di euro, oltre 10 mila uomini, 12 elicotteri e tre aerei quando il tuo nemico ha più o meno 12 anni e ama giocare col fuoco oltreché con la playstation.

Piromani adolescenti con profili psicologici simili a quelli dei coetanei che si fanno i selfie sui binari un secondo prima dell'arrivo del treno o tirano le pietre dai cavalcavia delle superstrade. Così, per vedere l'effetto che fa.

Gavino Diana, direttore del Corpo forestale e di vigilanza ambientale parla di loro quando, illustrando il Piano antincendi 2017, descrive gli eventi poco ponderabili. Quelli che mettono in difficoltà il sistema quasi come una violenta maestralata estiva. Certo, da anni si fa prevenzione nelle scuole ma se i piccoli piromani crescono forse, come dice l'assessore all'Ambiente Donatella Spano, "bisognerebbe far provare loro dal vivo che cosa significa affrontare un incendio e che danni fa".

COINVOLTE LE ASSOCIAZIONI - È anche per provare a sconfiggere l'imprevedibile che da quest'anno nella campagna antincendi sono coinvolti anche agricoltori, allevatori, associazioni venatorie, albergatori e gestori di camping.

Che vigileranno e distribuiranno a iscritti e turisti un libretto che spiega loro quali sono comportamenti corretti per evitare roghi. Qualcuno fa notare che le istruzioni bisognerebbe mandarle anche a quei sindaci che lasciano terreni incolti e ai privati che non rispettano le ordinanze sindacali.

O ai 92 Comuni sardi che non hanno ancora un Piano di protezione civile. Ma tant'è. Per il resto, garantisce l'assessore, le forze in campo "sono adeguate".

COME FUNZIONA IL SISTEMA - Il sistema funziona così. Il Centro funzionale decentrato, emette bollettini quotidiani di previsione di pericolo sulle 26 zone di allerta della Sardegna contraddistinte da un colore che indica il livello di pericolosità: verde, giallo, arancione e rosso.

A seconda del colore si emette un avviso di "preallerta", "attenzione", "attenzione rinforzata" o "preallarme" sulla base del quale il direttore generale della Protezione civile attiva il tipo di procedura richiesto e "muove" uomini e mezzi dislocati in tutta l'Isola.

LA TASK FORCE IN CAMPO - Si tratta di oltre 10mila persone tra operatori di lotta e addetti alle attività di supporto; 11 elicotteri della flotta regionale, con una capacità di carico di 900 litri d'acqua, più un altro mezzo che può trasportarne 4000 litri che ha base a Fenosu; tre canadair della flotta statale di stanza a Olbia (altri potranno essere messi a disposizione dal Dipartimento nazionale di Protezione civile in caso di necessità) oltre a 1200 mezzi a terra.

Le circa 10 mila persone mobilitate per la campagna antincendi provengono dalla direzione generale della Protezione civile, dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale, dall'agenzia Forestas, delle compagnie barracellari senza contare i volontari provenienti dalle 171 organizzazioni e i vigili del fuoco con i quali "a breve sarà firmata la convenzione da 600 mila euro all'anno: 430 mila per pagare il personale, 170 mila per l'acquisto di cinque nuovi fuoristrada".

PUNIZIONI SEVERE - Lo scorso anno gli incendi sono stati 2500 con 11.600 ettari bruciati. Significa che ogni rogo ha incenerito 4,64 ettari. Molto meno della media nazionale che, informa il Capo della Protezione civile Graziano Nudda, è di 13 ettari a episodio.

Si punta a diminuirli ulteriormente anche attraverso l'attività di polizia. Non è semplice perché, come dice Diana, "l'incendio è uno dei reati più difficili da investigare perché il fuoco spesso distrugge le prove".

Quindi se non c'è flagranza addio. Non a caso nel 2016 ci sono state solo 258 comunicazioni di notizia di reato inviate alla magistratura, 129 verbali per violazioni amministrative alle prescrizioni antincendi. Hanno riguardato 172 roghi dolosi, 59 colposi e 27 di origine indefinita.

Le persone denunciate sono state 71, di cui 13 per ipotesi dolose e le restanti 58 per eventi di natura colposa. Dei 13 indagati per incendio doloso, solo 8 sono stati fermati o arrestati in flagranza di reato. Un numero che testimonia quanto sia difficile trovare i colpevoli.

Meglio prevenire, dunque.

Fabio Manca

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