Proteste dei migranti dopo la morte di Alì Muse, 35enne somalo coinvolto nell'incendio che ieri notte ha distrutto il capannone dormitorio di Sesto Fiorentino, a pochi chilometri da Firenze.

Il rogo era scoppiato ieri sera, poco prima delle 22, nell'edificio ex Aiazzone, la fabbrica di mobili abbandonata del marchio reso celebre negli anni '80 da una famosa pubblicità.

Ora un centinaio di migranti - dopo aver organizzato una protesta davanti alla prefettura - ha occupato il cortile di Palazzo Strozzi, dove è in corso una mostra sull'artista cinese Ai Weiwei ed è stata posta un'installazione che denuncia l'emergenza dei profughi.

Il corteo ha srotolato uno striscione che reca la scritta "Alì Muse è morto per lo Stato".

Lo striscione esposto dal corteo dei migranti
Lo striscione esposto dal corteo dei migranti
Lo striscione esposto dal corteo dei migranti

Secondo le testimonianze di alcuni richiedenti asilo, infatti, Muse era riuscito a uscire dal capannone in fiamme, ma aveva deciso di rientrare per prendere alcuni documenti necessari per il ricongiungimento della moglie, che vive in Kenya da due anni.

Il capannone era stato occupato da circa un centinaio di migranti, per lo più di origine somala, eritrea ed etiope.

I soccorritori lo hanno trovato a terra già privo di sensi. I medici del 118 hanno provato a rianimarlo, poi lo hanno trasportato nell'ospedale fiorentino di Careggi dove è morto poco dopo.

Altre due persone sono state soccorse perché intossicate dal fumo, ma nessuna di queste è in pericolo di vita secondo il 118.

Le operazioni dei Vigili del Fuoco, intervenuti verso le 21.30 di ieri sera in via Avogadro 15 con 27 unità, si sono concluse verso le due di questa mattina.

Sul posto carabinieri e polizia. Ancora non è chiaro cosa abbia provocato l'incendio. Tra le ipotesi quella che sia stato causato da qualcosa che i migranti stavano utilizzando per scaldarsi, viste le basse temperature di questi giorni.

IL ROGO NEL CAPANNONE - VIDEO:

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