Avvocato, first lady, senatore, segretario di Stato, moglie leale nonostante tutto, madre, nonna: sono molti i volti di Hillary Clinton che compie 69 anni mercoledì, a poco meno di due settimane dal giorno in cui potrebbe diventare 'Madam President', la prima donna presidente degli Stati Uniti.

E anche il secondo presidente più anziano della storia americana, dopo Ronald Reagan che aveva 70 anni compiuti al momento del suo insediamento nel 1981.

Nata a Chicago il 26 ottobre 1947 Hillary Diane Rodham è una studentessa modello, membro del debate team, le squadre che nelle scuole americane si sfidano in dibattiti, preconizzando il suo futuro di avvocato e di politico.

In quegli anni di teenager, Hillary si considera una repubblicana, come il padre Hugh - la mamma Dorothy invece era democratica, ha scritto Clinton in "Living History" - e nel 1964 sostiene la candidatura di Barry Goldwater, il senatore dell'Arizona che sfidò il presidente Lyndon Johnson per la Casa Bianca. Ma proprio preparandosi per un dibattito al liceo contro i democratici, ha raccontato ancora Clinton nel libro, si informò sul presidente democratico, che fece approvare le leggi sui diritti civili, e cominciò a cambiare posizione. Poi partì per il prestigioso Wellesley College, l'università femminile diventata la roccaforte del pensiero liberal e femminista, e Hillary si spostò completamente a sinistra, impegnandosi nel movimento politico studentesco.

Diventa una leader, se nel 1969, anno della sua laurea, viene scelta da Life per un servizio fotografico insieme ad esponenti di quella 'class of 69' protagonista di una stagione importante di proteste e trasformazione nelle università e nel Paese. "Stiamo mettendo in discussione tutte le nostre istituzioni, le nostre università, le nostre chiese, il nostro governo", diceva Hillary nel suo discorso di laurea.

Da Wellesley alla Law School in un'altra università prestigiosa, Yale, dove incontra Bill Clinton, un altro giovane, di talento e carismatico, studente di giurisprudenza che arriva dalla lontana Hope, in Arkansas. Su uno dei matrimoni e sodalizi politici più resistenti della storia - la coppia veniva chiamata Billary negli anni novanta - sono circolate moltissime voci e leggende.

Ma nel discorso alla convention di Filadelfia che ha incoronato la moglie candidata alla Casa Bianca, Bill la scorsa estate ha raccontato la versione ufficiale del loro primo incontro, rappresentandosi come un timido ed intimorito studente che per settimane aveva cercato di avvicinarsi ed attaccare bottone con la compagna di corso. E alla fine fu lei a fare il primo passo: "Sono Hillary Rodham, e tu chi sei? Al momento rimasi senza parole", ha raccontato l'ex presidente famoso per la sua facilità di parola e il suo charme con le donne.

Poi ci sono state le lezioni seguite insieme, la visita al museo di Yale: "È da allora che ridiamo, parliamo, camminiamo insieme, nei tempi buoni e quelli cattivi, nella gioia e nel dolore", ha rivendicato Bill, sorvolando sui dettagli dei tempi difficili, la serie infinita delle scappatelle e dei tradimenti culminata con il Sexgate, l'incredibile vicenda Lewinsky, la vergogna di un processo di impeachment - il primo della storia - per aver mentito su una relazione sessuale con una stagista nello Studio Ovale.

"Ho sposato la mia migliore amica", ha concluso alla convention Bill, parlando di Hillary che gli è sempre rimasta al fianco, come nella canzone 'stand by your man'. E al fianco di Bill, l'avvocato Rodham Clinton - i due si sposano nel 1975 - vola in Arkansas, dove nel 1978 il marito diventa governatore.

Ma Hillary non fa la moglie del governatore, anzi poco dopo l'elezione di Bill, diventa partner del Rose Law Firm, lo storico studio legale di Little Rock dove era entrata come prima donna 'associate', che fu poi coinvolto nelle complesse trame della vicenda Whitewater, lo scandalo sugli investimenti immobiliari in Arkansas che aprì le danze di tutta la serie di scandali, 'gates', inchieste speciali che tormentarono i Clinton per tutti i due mandati di Bill alla Casa Bianca.

Anche perché alcune delle figure che furono poi coinvolte in quello scandalo - che alla metà degli anni novanta portò ad una serie di processi a Little Rock ed anche alle dimissioni del successore di Clinton alla guida dell'Arkansas, Jim Guy Tucker - si erano trasferite alla Casa Bianca, dopo la vittoria di Clinton che 1992 sconfisse George Bush padre negandogli un secondo mandato.

Come Vincent Foster, collega di Hillary al Rose Law Firm e suo amico personale, diventato vice capo dell'ufficio legale della Casa Bianca, che fu trovato morto in un parco di Washington nell'estate del 1993. Le autorità stabilirono che si trattò di suicidio, ma per anni sono circolate teorie complottiste, che coinvolgevano ovviamente anche i Clinton.

E sulla morte di Foster indagò anche Kenneth Starr, il procuratore speciale, vero e proprio inquisitore a cui nel 1994 fu affidato l'incarico di verificare l'eventuale coinvolgimento dei Clinton nel Whitewater. E dalla costola della sua inchiesta-monstre nacque il Sexgate, che Hillary, in una famosa intervista del 1998, dichiarò essere il frutto di una "ampio complotto della destra".
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